Allarme varianti, Crisanti: “Siamo nei guai. Serve un lockdown subito, va chiuso tutto”


Anche il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, si è detto favorevole ad un nuovo lockdown totale per scongiurare il pericolo derivante dalla circolazione delle varianti covid. Ha espresso le sue preoccupazioni nel corso di un’intervista rilasciata al giornalista Francesco Rigatelli de ‘La Stampa’.

Crisanti: sì al lockdown per ridurre i rischi legati alle varianti covid

L’esperto ha lanciato l’allarme avendo constatato i rischi connessi ai nuovi ceppi che hanno fatto il loro ingresso anche in Italia: “Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare. Bisognava promuovere il lockdown a dicembre prevenendo tutto questo. Ora, invece, siamo nei guai. Serve un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente ed impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo ed Israele.”

Le varianti del covid-19 finora rilevate, rispetto al ceppo predominante, risultano essere maggiormente contagiose. In particolare, per il ceppo inglese si è fatta strada anche l’idea di una maggior invasività nella popolazione pediatrica. Orientamento poi smentito dall’ISS che ha confermato una rapida trasmissibilità in tutte le fasce d’età.

Secondo Crisanti, rispetto alla gravità della situazione, neanche la ripartizione dell’Italia in zone sembrerebbe funzionare: “Niente zone arancioni, va chiuso tutto e lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti. Dove si trovano i ceppi brasiliani e sudafricani servono lockdown stile Codogno, non le zone rosse che sono troppo morbide. Germania, Francia e Inghilterra continuano il lockdown, solo noi pensiamo a sciare e mangiar fuori. Tutti vogliamo ritornare alla vita normale ma ciò non si realizza se non si controlla la pandemia.” 

Sulla stessa scia il consulente del Ministro Speranza, Walter Ricciardi: “Serve un lockdown totale in tutta Italia. Che sia immediato e preveda anche la chiusura delle scuole, facendo salve le attività essenziali. È evidente che la strategia di convivenza col virus, adottata finora, è inefficace e ci condanna alla instabilità, con un numero pesante di morti ogni giorno.”


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