Sciopero Amazon ad Arzano, Denise Carbone (Uiltemp): “Basta lavoratori spremuti tre mesi. Bisogna dare dignità al lavoro”


Ieri per la prima volta in tutta Italia i dipendenti Amazon hanno scioperato. Circa 40 mila persone, tra addetti al magazzino e corrieri, per un giorno non hanno consegnato i pacchi a destinazione. Una piccola crepa nella più grande e famosa azienda di commercio online del mondo. In alcune Regioni infatti l’adesione ha toccato punte del 90%.

Anche i sindacati della Campania hanno aderito alla protesta. Ieri mattina infatti UILTEMP, FELSA, NIDIL insieme alle categorie UILT, FIT, FILT si sono dati appuntamento fuori ai cancelli della sede Amazon di Arzano. I motivi della protesta non riguardano le retribuzioni o le condizioni di sicurezza sul lavoro, bensì l’uso eccessivo di lavoratori somministrati con relativa frammentazione dei contratti e turni massacranti.

SCIOPERO AMAZON AD ARZANO E IN TUTTA ITALIA

Come spiegato da Denise Carbone, segretaria generale e regionale della UILtemp:

Siamo qui per dire basta al turnover selvaggio e alla mancanza di organizzazione del lavoro, vogliamo turni che consentano una vita del lavoratore congrua e non una reperibilità smodata. Si tratta di un lavoro a chiamata, hanno un’organizzazione di lavoro tale che i turni sono quasi a ciclo continuo e i lavoratori vengono chiamati con una reperibilità, cioè quando c’è necessità in filiera e in poco tempo devono rispondere ed essere presenti. Con turnover selvaggio intendo invece che dopo tre mesi i contratti non vengono rinnovati e i lavoratori sono portati allo stremo con turni massacranti. Amazon infatti ha anche studiato che dopo 3 mesi le performance calano, quindi tende a cambiare i lavoratori”.

La situazione in ogni stabilimento della multinazionale in Italia è diversa. Secondo la segretaria Uiltemp, ad Arzano la maggior parte dei lavoratori Amazon sono forniti da agenzie del lavoro e hanno appunto contratti brevi, ciò ha reso difficile anche unire i lavoratori napoletani in questo sciopero.

“C’è stata una grande risonanza mediatica. A livello nazionale stiamo cercando di capire come rendere efficace questo sciopero. Sui territori abbiamo problemi diversi, in Piemonte, Lombardia o Emilia Romagna sono molto più sindacalizzati anche perché c’è una proporzione più alla pari tra lavoratori diretti e somministrati. Cosa che invece non avviene in Campania, e quindi ad Arzano è più difficile che un lavoratore non diretto di Amazon si sindacalizzi e faccia uno sciopero. Non hanno neanche la coscienza che esiste un sindacato.

Ad Arzano, come saputo da alcuni lavoratori fuoriusciti, alcuni dipendenti lavorano poche ore a settimana o al mese con turni a chiamata, quindi non c’è un benessere del lavoratore che invece deve essere messo nelle condizioni di lavorare. Non stiamo dicendo che i nostri non vengono pagati al pari degli altri, ma che i lavoratori somministrati ad Arzano sono troppi. Quasi l’85% lavora per le agenzie del lavoro e non per Amazon. Chiediamo che questi lavoratori vengano messi nelle condizionali ottimali per dare il meglio, non per essere spremuti massimo per tre mesi. Quello che vogliamo dire ai lavoratori è noi siamo qui, questa era la nostra prima uscita ma loro non devono elemosinare il lavoro. La parola d’ordine di questo sciopero è infatti dare dignità al lavoro. Chiediamo quindi una seria valutazione delle strategie e degli obiettivi della multinazionale ma sempre nel rispetto della nostra organizzazione del lavoro. Amazon è una delle tante multinazionali che arriva e offre lavoro ma deve tenere in conto che il tessuto sociale che c’è qui non è quello della California o degli Stati Uniti”. 

La UIL Temp Campania con i lavoratori somministrati Amazon per la dignita’del lavoro!

Pubblicato da Uiltemp Campania su Lunedì 22 marzo 2021

Quello che conta è essere uniti su più fronti.

“Speriamo di coinvolgere anche i lavoratori fuoriusciti che hanno smesso di lavorare. In futuro poi pensiamo  ad un confronto con le istituzioni locali. Vari assessori e consiglieri regionali hanno espresso interesse per la vicenda. Le istituzioni devono fare tra tramite ed essere interlocutori privilegiati essendo parte attiva di un sistema più virtuoso. Poi speriamo in una maggiore interlocuzione con le agenzie del lavoro interne ad Amazon. Per questo continueremo con una campagna mediatica di sensibilizzazione e speriamo di arrivare ai lavoratori”.

Intanto come diffuso dalle agenzie di stampa, la country manager di Amazon.it e Amazon.es, Mariangela Marseglia ha inviato una lettera rivolta ai clienti nella quale si ribadisce l’impegno verso i dipendenti e i fornitori di servizi di consegna:

“Cari Clienti oggi è previsto uno sciopero organizzato a livello nazionale da alcune sigle sindacali. In Amazon rispettiamo il diritto di ogni individuo ad esprimere la propria posizione e voglio ringraziare personalmente i colleghi e i dipendenti dei fornitori dei servizi di consegna che ogni giorno lavorano per assicurare che possiate ricevere i vostri ordini. I fatti sono che noi mettiamo al primo posto i nostri dipendenti e quelli dei fornitori terzi offrendo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi tra i più alti del settore, benefit e ottime opportunità di crescita professionale. Usiamo le più avanzate tecnologie e le mettiamo al servizio dei nostri lavoratori e fornitori per migliorare la sicurezza sul lavoro e semplificarlo”.

 


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