Pietro, ragazzo trans di Torre del Greco: “Noi invisibili allo Stato, non nascondiamoci”


Il 17 maggio è la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

La data è stata specificamente scelta per ricordare la decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità nel 1990 di declassificare l’omosessualità da disturbo mentale. L’istituzione di una data simbolica mira a celebrare la diversità in senso lato e quella sessuale e di genere, in particolare, e fare una campagna contro la violenza e la discriminazione subita ancora oggi, nelle nostre comunità e a livello internazionale.

Anche a Torre del Greco ci si sta muovendo in tal senso, ricordiamo infatti la proposta di uno sportello arcobaleno, da parte dei GD nel mese di marzo, in seguito all’episodio di aggressione ai danni di una ragazza transgender.

La proposta è stata protocollata e presentata al comune, ma non è ancora stata presa in considerazione. Proprio oggi allora è giusto ricordare quanto sia necessario dare ascolto ed attenzione a chi continua a subire discriminazioni.

Ne parliamo con Pietro Cimmino, ragazzo FtM

Foto di Daniela Lourdes Falanga

Chi è Pietro? Raccontaci

Mi chiamo Nathan Pietro e sono un ragazzo Trans ( FtM ) di Torre del Greco. Sono un laureando in economia aziendale e impiegato nell’azienda di famiglia che si occupa di manutenzione impianti di sollevamento navali.
Ho 28 anni e ho vissuto 12 anni pensando di essere una Persona Omosessuale, e gli ultimi 2 anni come realmente sono, cioè un Uomo. Purtroppo in questi ultimi 14 anni sono stato vittima di violenza, bullismo e negazioni di vario tipo.

Perchè è urgente, secondo te, l’istituzione di uno Sportello Arcobaleno?

Uno Sportello Arcobaleno sarebbe un valido strumento di supporto per le persone della comunità LGBT (Lesbiche,Gay,Bisessuali,Trans). Troverebbero confronto, aiuto, sostegno morale e “protezione”, in una società ghettizzante e ostile come quella di Torre del Greco. L’urgenza è legata al fatto che le persone della comunità non si sentono pienamente tutelate, perché in gran parte vittime di violenza, di pregiudizio ed emarginazione sociale.

Perchè lo Stato italiano non ha ancora riconosciuto la tua identità?

Il giudice addetto a sentenziare sul mio iter legale di transizione, non prevede che sia ancora riconosciuta la mia identità, e chiede di consultare un CTU.
Dopo due percorsi psicologici eseguiti in strutture sanitarie pubbliche, vuole ulteriori conferme rispetto alla mia natura.
Trovo questo ingiusto e irrispettoso, dopo un’attesa lunga due anni, e dopo aver definito la mia vita attuale come Pietro, nel pieno del mio genere elettivo.

Come pensi di procedere in questa battaglia?

Non ho un pensiero chiaro su come procedere in questa battaglia, ma posso affermare che questa intervista sarà la prima azione di tante che seguiranno, perché io sia riconosciuto insieme ad altri uomini e donne transgender nel pieno rispetto della nostra identità.

Cosa bisognerebbe fare per uscire dallo stato di “invisibilità”?

È semplice. Per uscire dallo stato di invisibilità, bisogna riconoscere sempre il percorso che ci ha reso la
Libertà, cioè quello di transizione, anche quando il proprio aspetto non lo comunica.
È fondamentale non sentirsi mostri per debellare i mostri, quindi uscire dalle gabbie culturali.

Come vivi la situazione oggi?

Dopo 2 anni di ostacoli, di discriminazioni, posso dire di essere molto sereno e tranquillo.
Vivo la mia vita senza più paura di essere un uomo Trans e soprattutto riconoscendolo sempre. E questo lo devo in gran parte alla vicinanza di Daniela Lourdes Falanga e alla sua capacità di destrutturare chiunque da regole pre imposte, che spesso nulla hanno a che fare con le nostre necessità.

Cosa diresti alle persone che si sentono ancora costrette a nascondere la propria identità?

Alle persone che vivono nella privazione di se stessi, vorrei dire di combattere, di non nascondersi, di non avere paura, di denunciare le cose che non vanno, di parlarne e soprattutto di riconoscere una comunità che può aiutarci a superare qualsiasi avversità.

Foto di Daniela Lourdes Falanga

Vorrei ringraziarti per la possibilità che mi hai dato, insieme a Gioacchino Vitiello e Rino Borriello (GD Torre del Greco) di raccogliere le mie parole di coraggio e denuncia, per il supporto e per la disponibilità avuta.
Vorrei ringraziare soprattutto Daniela Lourdes Falanga, perché se oggi ho il coraggio di espormi e di essere felice è grazie a tutto quello che ha fatto per la mia persona, con costanza e saggezza.


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