Morte Maradona, sette imputati per omicidio intenzionale: rischiano fino a 25 anni di carcere


Continuano le indagini per appurare le cause che hanno portato alla morte di Diego Armando Maradona, scomparso lo scorso 25 novembre, e ad oggi sono ben sette gli imputati di presunto omicidio intenzionale. Tutte rischiano dagli 8 ai 25 anni di carcere.

Morte Maradona, sette imputati per omicidio intenzionale

Stando a quanto rende noto ‘Clarìn’ gli imputati afferiscono tutti al team sanitario che aveva in cura Maradona. Tra loro anche il neurochirurgo Leopoldo Luque che più volte si era difeso dalle accuse sostenendo che Diego per lui era quasi come un padre.

Eppure, le ricostruzioni della vicenda portano a presumere  – secondo le autorità inquirenti – una certa colpevolezza da parte di chi lo ha assistito negli ultimi giorni di vita. La prestazione dell’intera equipe è stata valutata come: “Inadeguata, carente e spericolata”. Si fa strada la possibilità che l’assistenza ricevuta da Maradona abbia lasciato ‘al caso lo stato di salute del paziente’, poco dopo deceduto a causa di un ‘edema polmonare acuto secondario a insufficienza cardiaca cronica esacerbata’.

Una tesi rafforzata anche dai messaggi circolanti tra le chat degli indagati. Lo stesso Luque, attraverso un audio, avrebbe comunicato agli altri: “Il ciccione sta morendo”. L’ipotesi di negligenza medica emerge anche da alcuni messaggi scambiati tra Luque e un collega e che hanno come protagonista un ragazzo Charly (legato alla ex Rocio Oliva) e la sua notte trascorsa ad ‘assistere’ Diego: “Ieri sera Charlie si era organizzato per far venire una donna di notte. Così per sbarazzarsi di Diego gli ha dato una birra e uno spinello. Lo ha rotto in mille pezzi.”

Attualmente gli imputati non possono lasciare l’Argentina ed essendo stati accusati di omicidio intenzionale rischiano una pena detentiva che potrebbe durare fino a 25 anni.


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