Donna muore al Cardarelli, in 8 aggrediscono i medici: denunciati


Non si placano le aggressioni ai danni del personale sanitario. L’ultimo episodio è avvenuto sabato notte all’Ospedale Cardarelli di Napoli dove alcuni parenti e amici di una donna, morta in reparto, hanno aggredito fisicamente e verbalmente i medici.

CARDARELLI: IN 8 AGGREDISCONO I MEDICI

Come riferisce l’Ansa, tutto è iniziato con il ricovero in medicina d’urgenza di una donna di 69 anni. Le sue condizioni però sono ben presto peggiorate e la signora è morta ieri sera per alcune complicanze. A quel punto i sanitari hanno chiamato i famigliari che si sono recati in massa presso la struttura ospedaliera. Saliti al quarto piano, hanno raggiunto il reparto aggirando i controlli delle guardie giurate. Qui sarebbero avvenuti insulti, minacce e spintoni ai danni dei medici e degli infermieri considerati responsabili di non aver fatto abbastanza per salvare la vita della 69enne. le 8 persone avrebbero danneggiato anche un dispositivo per il monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti presenti nella stanza. I sanitari hanno allora allertato i carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli e della stazione Vomero che sono immediatamente giunti sul posto. Otto le persone che sono state identificate e denunciate per danneggiamento, minacce e interruzione di pubblico servizio.

Negli ultimi mesi sono diverse le aggressioni denunciate dalla pagina Facebook ‘Nessuno Tocchi Ippocrate‘. In totale, con questa del Cardarelli, sono 27 quelle segnalate dall’associazione da inizio anno.

Queste le parole del presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, Bruno Zuccarelli:

Ancora una volta viviamo il drammatico déjà vu della devastazione di un reparto ospedaliero, della caccia al medico con l’intento di procedere al pestaggio. Atteggiamenti camorristici che negli anni ci hanno portato a schierarci con forza, a chiedere inutilmente che la politica riconosce ai medici in servizio lo status di pubblico ufficiale. E’ indispensabile che la dinamica dei fatti venga chiarita nel più breve tempo possibile, che si accerti anche la possibilità che questa aggressione abbia giocato un ruolo nella morte di un altro paziente che in quel momento aveva bisogno di assistenza“.


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