Il turismo riparte dall’estate. Dopo un anno di stop, la stagione estiva 2021 consegna i primi segnali di riavvio del settore: tra giugno e agosto si prevedono 33 milioni di arrivi e 140 milioni di pernottamenti nelle strutture ricettive ufficiali, con un incremento del +20,8% sul 2020 e un fatturato complessivo di 12,8 miliardi di euro. Una ‘rimonta’ che però non basta a raggiungere i livelli pre-Covid: l’estate 2019, l’ultima prima della pandemia, aveva registrato 73,5 milioni di presenze in più.
Lo studio è stato condotto da Confesercenti
È quanto emerge dall’indagine previsionale condotta dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti su 2.185 imprenditori della ricettività.
Destinazioni. Nonostante la riapertura dei collegamenti aerei, il turismo di prossimità resterà centrale anche quest’anno.
Le località balneari rimangono le più gettonate, con 66,6 milioni di presenze; ma a registrare la rimonta più veloce saranno le città d’arte: per queste mete, praticamente azzerate lo scorso anno, si prevede un aumento del +24,3%, agevolato anche dalla riduzione dei prezzi, in alcuni casi fino al -30%. Ma a recuperare sono tutte le tipologie: campagna e collina (+19,6%), montagna (+19,4%), laghi (+17,6%) e terme (+14,4%).
“Dopo dodici mesi terribili, il turismo italiano vede finalmente segnali concreti di ripartenza. Ma è una ripartenza ancora lenta, soprattutto dal punto di vista della domanda straniera, che non basterà a recuperare quanto perso con la pandemia”, commenta Vittorio Messina, Presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti. “L’auspicio è che il consuntivo di fine estate ci consegni risultati migliori grazie al passaporto sanitario europeo; ma è evidente che la riapertura tardiva del turismo italiano ha pesato sulla ripartenza: l’incertezza su date e coprifuoco ha dirottato molti viaggiatori stranieri verso altri paesi. È la conferma che per ripartire non basta riaprire: c’è bisogno di un piano di rilancio e promozione della destinazione Italia soprattutto presso i mercati esteri”.