Policlinico Vanvitelli, nasce la stimolazione cerebrale non invasiva: trattamento per i disturbi alimentari


A Napoli prende il via il progetto di stimolazione cerebrale non invasiva, ovvero un trattamento innovativo per i disturbi alimentari. Questo tipo di trattamento punta ad agire sulle cause neurobiologiche del disturbo attraverso la stimolazione Transuranica a Corrente Diretta. Ad avviarlo la UOSD di Neuropsichiatria infantile, guidata dal professore Marco Carotenuto del Policlinico Vanvitelli di Napoli.

Infatti, recenti studi hanno dimostrato come la stimolazione cerebrale nei pazienti affetti da anoressia nervosa possa influenzare l’indice di massa corporea, agendo così sulle basi neurobiologiche del disturbo. Chiaramente il trattamento dovrà poi essere accompagnato da percorsi farmacologici e cognitivo-comportamentali, avviando così una terapia.

Inoltre, i pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare aumentano sempre di più. Negli ultimi 5 anni, la UOSD ne ha presi in carico circa 181, e la maggior parte con anoressia. Ad aver aggravato il tutto la pandemia, a causa della quale c’è stato un aumento del 30% di questo tipo di disturbi. Infatti, nel primo semestre del 2020 i nuovi casi registrati sono 230.458.

Stimolazione cerebrale non invasiva: come funziona

La tecnica è non invasiva e prevede la stimolazione elettrica delle aree cerebrali che controllano i comportamenti disfunzionali. Inviando segnali elettrici, sarà così possibile modulare l’attività delle regioni del cervello che hanno un ruolo nel disturbo.

In particolare, l’obiettivo del trattamento è quello di riequilibrare le anomalie nella corteccia prefrontale dorsolaterale destra. Quest’ultima viene infatti trattata con stimolazione eccitatoria sinistra e inibitoria destra contemporaneamente.

Il trattamento è di tre sedute settimanali per sei settimane, per poi rivalutare l’intero quadro clinico confrontando percorso e esito con i dati iniziali. Infatti, il tutto sarà basato sia sul tono dell’umore che sul comportamento alimentare. Inoltre, le visite di controllo di follow-up seguiranno fino a 12 mesi dalla fine del percorso.


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