“Vaccino pericoloso e libertà violata”: perché le tesi dei No Vax sono infondate


La campagna vaccinale contro il covid prosegue non senza difficoltà e tra i suoi principali ostacoli incontra quello dei cosiddetti ‘No Vax’, soggetti che rifiutano la somministrazione del vaccino nutrendo forti dubbi nei confronti del farmaco.

Covid, le tesi dei No Vax

A campagna vaccinale ormai inoltrata inizia a pesare quella, seppur piccola, percentuale di soggetti che ha scelto di non aderire alla vaccinazione. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di cittadini mossi da preoccupazioni e incertezze circa il farmaco da ricevere. Una situazione che, probabilmente, si è generata anche a seguito delle comunicazioni, spesso discordanti, provenienti dai vertici sanitari.

In particolare, dopo alcuni eventi avversi riscontrati a seguito della vaccinazione con AstraZeneca, è cresciuto il timore di poter andare incontro ad esiti fatali dopo aver effettuato la dose. Tralasciando le dichiarazioni delle autorità sanitarie, rispetto ai casi di morte registrati, secondo cui ‘i benefici superano i rischi‘, possiamo constatare che nessun farmaco è esente da controindicazioni. Dunque, il vaccino contro il covid, al pari di una semplice Aspirina o qualsiasi altro prodotto, talvolta può provocare effetti indesiderati.

Altra questione che muove i ‘No-Vax’ è l’idea che il siero, a mRNA, possa modificare il codice genetico dell’individuo. In realtà, tuttavia, come dimostra la scienza, nel corso della vaccinazione il compito dell’mRNA è soltanto quello di trasportare le istruzioni per la produzione delle proteine da una parte all’altra della cellula. Di qui il nome di ‘mRNA messaggero’.

Oltre a questioni sanitarie il rifiuto del vaccino si lega anche a motivazioni che vanno ben oltre l’incolumità personale. Tra i No-Vax, che comprendono anche una parte di esponenti sanitari e politici, la vaccinazione viene spesso vista come una limitazione della libertà individuale. 

Si critica l’uso del green pass, come mezzo utilizzato dai ‘potenti’ per controllarci, e la volontà di vaccinare quante più persone possibili per assoggettare l’intera popolazione alla logica dominante. Tuttavia, oltre al fatto che al momento non sussiste alcun obbligo generalizzato, la volontà di attuare qualche forma di controllo in tal senso nasce per evitare che la volontà del singolo possa mettere in pericolo l’intera collettività: richiedere un attestato di vaccinazione ad un soggetto per accedere in un luogo affollato può scongiurare il rischio di ricovero, o in caso peggiore di morte, di un suo concittadino.

In più, in caso di una presunta obbligatorietà, la misura non sarebbe affatto nuova: sono diverse le vaccinazioni obbligatorie richieste agli individui fin dalla nascita per accedere ad alcuni luoghi di fondamentale importanza, come le scuole, evitando di causare danni sanitari agli altri.

I vaccini, seppur a pochi mesi dalla loro distribuzione, hanno già dimostrato di essere enormemente efficaci nel ridurre il rischio di mortalità e ospedalizzazione. Sui rischi connessi all’infezione da covid, ancora i ‘No Vax’ lamentano la falsa immunizzazione dei soggetti vaccinati. Altra tesi confutata dal fatto che non esiste nessun vaccino che protegga al 100% da un’infezione. Nello specifico, il vaccino contro il covid non sempre esclude l’infezione ma permette comunque di bloccarne la diffusione.

Come spiega l’immunologo Burioni: “Nessun vaccino protegge il singolo individuo al 100%. Ma se tutti si vaccinano il virus non riesce più a circolare e allora tutti gli individui di quella comunità saranno protetti al 100%. È stato così con vaiolo e polio”. Nei vaccinati affetti da covid, dunque, il virus muore nel giro di pochi giorni per cui l’elevata copertura vaccinale potrebbe del tutto bloccarne la diffusione.


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