2 agosto 1980, la strage di Bologna: 85 vittime, tra cui una coppia campana che lasciò orfani 7 figli


Il 2 agosto 1980 l’Italia fu scossa da uno dei più gravi attentati terroristici del nostro Paese. Alle 10.25 una bomba, contenuta in una valigia abbandonata, esplose nella sala d’aspetto della stazione centrale di Bologna facendo crollare una parte dell’edificio. 85 le vittime e 200 feriti. Due le immagini simbolo di quel giorno, l’orologio fermo all’ora della deflagrazione e l’autobus della linea 37 utilizzato per i primi soccorsi. Una strage che rientra negli anni di piombo e che ha visto soltanto dopo tanto tempo individuare alcuni mandanti dell’attentato nella destra estrema.

STRAGE DI BOLOGNA: LE 85 VITTIME

Tra le persone decedute, molti erano turisti sia italiani che stranieri. Nell’elenco figurano anche alcuni campani, come Salvatore Lauro, maresciallo dell’areonautica nato ad Acerra ma residente a Brusciano insieme alla moglie Velia Carli (nata a Tivoli), morta anche lei nello scoppio.

La loro meta era Scorzè, in provincia di Venezia in cui si celebrava il funerale del consuocero. A Bologna dovevano cambiare treno, ma il convoglio su cui viaggiavano era arrivato in ritardo e quindi persero la coincidenza. La bomba scoppiò mentre aspettavano il treno successivo e li uccise entrambi lasciando orfani i loro sette figli, di cui due molto giovani“.

Anche il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha voluto ricordare quel giorno con un post sul suo profilo Facebook:

La strage di Bologna è stato l’atto terroristico più grave di una delle stagioni più buie della storia del nostro Paese. È una ferita ancora aperta. Quarantuno anni dopo, ricordiamo le vittime e il dolore dei familiari, nel segno dei valori della solidarietà e dell’unità nazionale“.


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