Tortora, ricercatrice picchiata a sangue da una famiglia: “La mia colpa? Prendermi cura di alcuni cani randagi”


Un’aggressione violenta e senza un apparente motivo è quella che ha visto coinvolta Beatrice Lucrezia Orlando. La donna, 43enne ricercatrice universitaria di Ferrara, si trovava in vacanza a Tortora (in Calabria) quando è stata pestata brutalmente da 4 persone lo scorso 6 agosto.

TORTORA, RICERCATRICE PICCHIATA DA UNA FAMIGLIA PER ESSERSI PRESA CURA DI CANI RANDAGI

La ricercatrice però, che era in vacanza a Tortora, non si è arresa e ha deciso di denunciare tutto via social dove ha postato le foto che la ritraggono ferita, picchiata da una famiglia solo per aver difeso dei cani indifesi:

Attenzione. Immagini forti. Non guardare se si hanno problemi di qualunque natura.
Aggredita. in mezzo alla strada da quattro vicini del mare. Senza motivo. Non aggiungo i commenti sui lividi e i buchi in faccia sono il minimo. Ero in bici per I fatti miei. Neanche li conosco. Davvero. Non gli ho fatto niente. Mi hanno rotto anche i denti. Aggredita da quattro. Non fotografo il resto del corpo, devo davvero dire di dove sono? No. Non stranieri. Fa notizia oppure no? Vogliamo agire prima?“.

La sua storia ha fatto il giro del web e la donna è stata anche intervistata dal Corriere della Sera. Al giornalista Carlo Macrì ha voluto dare la sua versione dei fatti:

Mi hanno pestata a sangue solo perché ho cercato di prendermi cura di alcuni cagnolini denutriti. Nessuno mi ha difesa. Il 4 agosto sono uscita con il mio cane Charlie per fare una passeggiata. Ad un tratto, ho sentito dei guaiti provenire da sotto un’auto, posteggiata nei pressi della mia abitazione. Ho potuto notare una cagnolina, denutrita, con il collarino e tre cuccioli, anche loro molto debilitati“.

La ricercatrice chiama l’Enpa che avvisa che verrà a prendere gli animali il 6 agosto e intanto si prende cura dei cani portando cibo e acqua. Ma questo alla vicina di casa, una signora napoletana sempre secondo Beatrice, non va bene:

Non ho fatto in tempo di uscire dall’abitazione che sono stata aggredita con cattive parole, pronunciate in stretto dialetto napoletano, da una signora che mi si è fatta incontro gesticolando. Gridando, mi accusava di aver lasciato le ciotole vicino la sua porta“.

Dalle minacce poi si passa ai fatti:

Ho preso la bici per andare a comprare le sigarette. Al ritorno la signora che mi aveva insultato, il marito, il figlio e la fidanzata del figlio, mi hanno sbarrato la strada. Hanno iniziato a minacciarmi “adesso ti faremo vedere noi chi siamo”, e intanto si avvicinavano a me. Ho cercato di chiamare con il cellulare i carabinieri, ma non me l’hanno permesso. La prima a farsi avanti è stata la signora che mi ha schiaffeggiato e con le unghie mi ha graffiato il viso, poi il marito mi teneva le mani, mentre la fidanzata del figlio, sempre con le unghie mi ha ferito la schiena e cercava di tapparmi la bocca per non farmi gridare. Infine il figlio, ha iniziato a prendermi a pugni e non ho potuto difendermi visto il suo fisico muscoloso. Mi ha colpito ovunque: in faccia, negli occhi, nello stomaco“.

La donna rimane a terra inerme, nessuno va in suo soccorso nonostante la strada sia trafficata. A casa chiama un’ambulanza e i medici le danno 24 giorni di prognosi. Ma i vicini, sempre secondo la donna, non si arrendono:

Il giorno dopo il cancello di casa mia era rotto. I miei aggressori continuavano a passare dal mio giardino in segno di sfida e attraverso il passaparola mi hanno fatto recapitare la minaccia che se avessi denunciato ero morta“.

Beatrice però decide di ‘sfidare’ quella famiglia e denunciare tutto ai Carabinieri. Sulla vicenda della donna picchiata per aver difeso dei cani si è espresso anche il sindaco di Tortora, Antonio Iorio:

Nella serata di ieri ho contattato la dottoressa Beatrice Lucrezia Orlando portandole la solidarietà dell’amministrazione. Appena ritornerà a Tortora sarà nostro dovere accoglierla nel migliore dei modi. La nostra cittadina non è violenta e quanto è successo non deve e non può passare inosservato, ma, soprattutto, non deve più accadere. Sto seguendo la situazione personalmente in giornata ho anche parlato con il maresciallo dei Carabinieri di Praia a Mare, che mi ha garantito che le indagini stanno facendo il loro corso e che gli autori di questo gesto ignobile riceveranno quanto meritano“.


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