Bambini obesi e sedentari. L’ortopedico del Santobono: “Più difficile curare fratture”


Nonostante nell’ultimo anno e mezzo le occasioni per uscire di casa si siano ridotte, il numero di fratture nei bambini è rimasto invariato. Eppure sono più gravi.

A darci il quadro completo della situazione è Pasquale Guida, direttore del reparto di Ortopedia del Santobono di Napoli e presidente del prossimo Congresso della Società italiana di ortopedia e traumatologia pediatrica (Sitop), che si terrà il 30 settembre e il 1° ottobre prossimi in contemporanea a Napoli e in diretta streaming.

Secondo Guida, precedentemente le maggiori cause per le fratture erano incidenti stradali e infortuni sportivi, adesso si verificano più spesso tra le mura domestiche. Diverse fratture – afferma a Dire.itsono poi rese più difficili da trattare dal peso nettamente al di sopra della media. Questo soprattutto in Campania che purtroppo detiene il primato per numero di casi di obesità infantile in Italia“. Secondo i dati Istat, in Campania ogni tre bambini di terza elementare due sono obesi. Significa bambini di otto anni che possono pesare da 50 fino a 70 chili e oltre. Questo determina ulteriori difficoltà nel rimettere in asse e nel rendere stabili i risultati per noi ortopedici, perché i mezzi di sintesi meccanici (viti, placche, fissatori, chiodi) devono avere caratteristiche di tenuta tali da sopportare sollecitazioni meccaniche importanti.”

La sedentarietà dei bambini

Non solo, gli ortopedici dimostrano che la gravità delle fratture degli ultimi anni è anche dovuta alla vita sedentaria di bambini e ragazzi. “Diversi studi, condotti sia in Italia che all’estero – prosegue Guida – hanno dimostrato che, oggi, un bambino di 12 anni trascorre in media 8 ore al giorno davanti al computer. Questo significa che per tutto quel tempo il bambino non esercita i riflessi che dovrebbero proteggerlo in caso di caduta. Se scivolano sul bagnato o semplicemente cadono sono molto meno reattivi nel proteggersi, cadono come gli anziani. In questo modo, le ossa si rompono in maniera molto più complessa. Anche la radiografia non riesce a fornire tutte le informazioni necessarie.”

Al giorno d’0ggi, per fortuna, la tecnologia fa passi da gigante. Nella chirurgia ortopedica infatti, ormai si utilizzano Tac e stampanti 3D, strumenti presenti al Santobono. “Questi strumenti ci forniscono anche la terza dimensione e sono più accurati. Con la stampante 3D, che sviluppa le immagini della Tac, si realizzano modellini delle ossa. Così per il chirurgo sarà molto più facile e sicuro operare”, conclude il direttore Guida.


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