La classe realizza il sogno di Beatrice: non vede ma ‘visita’ Londra con le mani


La scuola media Balzico di Cava de Tirreni, grazie al lavoro degli alunni di una classe terza e del professor Pietro Balzano, ha avviato il progetto ‘London Touch Tour 3D’, dando la possibilità a Beatrice, studentessa non vedente, di ‘visitare’ le bellezze di Londra attraverso le stampe in 3D

Cava de Tirreni, studentessa non vedente ‘visita’ Londra grazie alle stampe in 3D

L’idea è nata proprio in aula, nel momento in cui il docente ha chiesto a Beatrice quale posto avrebbe voluto visitare. Di qui la risposta della ragazza: “Mi piacerebbe Londra. Ci sono già stata due volte ma non ricordo molto”. Parole che hanno spinto l’intera classe a mettersi a lavoro per consentire all’instancabile Beatrice di toccare con mano una città che aveva già visitato ma senza mai poterla vedere davvero con i suoi occhi.

I ragazzi hanno dato vita a un vero e proprio team di lavoro dividendosi equamente i compiti: documentarsi su cosa visitare, progettare un giro virtuale con Google Earth, pensare a come realizzare in 3D strade, edifici, monumenti. Di grande importanza, infine, il lavoro degli stampatori intenti nella creazione del prodotto finale.

Sono giunti così alla creazione di una sorta di puzzle, diviso in sedici quadrati, realizzato attraverso la plastica degradabile ricavata dal mais. Per ogni mattonella, di circa 15 cm, sono state impiegate circa 8 ore ma dopo settimane di lavoro ‘Londra’ ha preso vita spaziando dal London Eye fino alla City, passando per il Tamigi.

Una metropoli da toccare e da mettere a disposizione non solo di Beatrice ma di tutti gli altri non vedenti che in tal modo possono provare le emozioni di un viaggio intrapreso attraverso il tatto. Proprio a Beatrice, poi, è stato affidato il compito di trascrivere in braille le indicazioni stradali per il London tour. Tutti insieme, poi, hanno chiuso gli occhi ‘partendo’ alla volta di Londra, toccando con mano le sue principali attrazioni.

Il professor Balzano ha promosso così l’uso della stampante 3D come strumento altamente inclusivo, sottolineando l’importanza del lavoro di squadra e regalando a Beatrice un’esperienza unica. Non da meno l’efficacia del percorso di apprendimento, nonché comunicativo, rivolto agli alunni non vedenti.


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