Canone Rai anche sugli smartphone: la tassa attuale è ritenuta troppo bassa


La Rai vuole il canone anche su smartphone e tablet. Non bastano i 1.726 miliardi versati annualmente dagli italiani, che equivalgono al 73% dei ricavi totali dell’azienda. Una cifra mostruosa che non ha pari in Italia per quanto riguarda il finanziamento pubblico alle aziende. Dalla pubblicità invece circa 500 milioni, ovvero 2,36 miliardi complessivi per il 2020, un bilancio in perdita di 20 milioni per un indebitamento complessivo da 528 milioni di euro. Per coprire il buco Carlo Fuortes, Amministratore Delegato della Rai, ha proposto di introdurre un canone anche per i possessori di smartphone e tablet, oltre che attingere ai fondi per l’editoria.

Nel corso del suo intervento in Commissione Vigilanza, Fuortes ha affermato che il canone è una tassa troppo bassa ed incongrua specialmente se rapportata agli altri paesi europei. Sarebbe a rischio l’investimento da 376 milioni di euro per lo sviluppo tecnologico. Ha ipotizzato anche la trattenuta dei 110 milioni, dal canone, per il fondo per l’editoria.

La Rai nella Relazione Bilanci al 31 dicembre 2019 contava 12.901 dipendenti per una spesa di oltre 900 milioni. Più del doppio di Mediaset che però conta un terzo del personale (circa 5000 dipendenti); la rete privata nel 2020 ha realizzato un fatturato simile a quello della Rai, presentando un utile di 139 milioni a fronte di 473,6 milioni di indebitamento ma senza poter contare sul canone. L’azienda della famiglia Berlusconi, insomma, se potesse contare sulle stesse risorse statali avanzerebbe molto più di un miliardo di euro. È scontato tuttavia sottolineare come la struttura di Mediaset non sia paragonabile a quella della Rai, presente capillarmente sul territorio nazionale.

Altro problema potrebbe essere rappresentato dalla fuoriuscita del canone dalla bolletta dell’elettricità, escamotage che aveva permesso di azzerare l’evasione. Secondo l’accordo tra l’Unione Europea e l’Italia in sede di concessione del Recovery Fund, infatti, lo Stato si impegna a rimuovere l’obbligo per le compagnie energetiche di “raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia”.


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