Lucia Caiazza, i risultati delle indagini: morta per un colpo violento all’addome


Comincia pian piano a diventare più chiara la vicenda di Lucia Caiazza, la donna che sarebbe stata picchiata a morte dal compagno durante il primo lockdown. Secondo i giudici, a innescare la catena di eventi che portò alla sua morte fu un colpo violento all’addome, sferrato presumibilmente dal fidanzato. A riportare la notizia è Cronache della Campania.

Questo è quanto ha stabilito la seconda sezione della Corte di Assise di Napoli. Il compagno della donna, il 47enne Vincenzo Garzia, lo scorso luglio era stato condannato a 16 anni di reclusione. Dopo la sentenza, oggi sono arrivate le motivazioni. L’ipotesi accusatoria “è pienamente corrispondente all’effettivo svolgimento dei fatti”, secondo quanto si legge nella sentenza.

Lucia Caiazza, a causare la morte un colpo all’addome: la vicenda

Il tutto cominciò quando Lucia Caiazza, 52enne di Arzano, si recò in ospedale nel maggio del 2020 lamentando forti dolori addominali. La donna raccontò di un incidente stradale che aveva subito un mese prima, mentre il suo medico sospettò si trattasse di calcoli renali, prescrivendole quindi un’ecografia che non venne mai eseguita.

Il 14 maggio 2020 Lucia Caiazza morì, e dall’esame autoptico emerse che il decesso era stato causato dalla lacerazione traumatica della milza. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, a provocare questa lacerazione sarebbe stato un violento colpo sferrato dal compagno all’addome. Un calcio o un pugno all’altezza della milza, quindi, avrebbe finito per risultare fatale a Lucia.

Secondo quanto sostengono i consulenti medici, il colpo avrebbe portato a una lesione interna con sanguinamento, rimasta silente per giorni. Quando Lucia fu ricoverata era ormai in condizioni disperate, e neppure due interventi chirurgici riuscirono a scongiurarne la morte.


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