Console francese: “Napoli terzo mondo? Ovvio che non lo è. Ha resistito alla pandemia”


Tanto, anche troppo è stato detto sull’articolo di Le Figaro diventato virale per il quadro impietoso che ha tratteggiato su Napoli. Alle frasi dure e a tratti discriminatorie di Valèrie Segond sono seguite aspre polemiche, talvolta farcite di stereotipi tanto quanto il reportage a cui si riferiscono. Sulla vicenda è intervenuto il console francese Des Roziers, che ha fornito un’analisi lucida sia dell’articolo di Le Figaro sia della condizione di Napoli.

Laurent Burin Des Roziers, console di Francia in Italia e direttore dell’Institut Français Grenoble, ha spiegato a La Repubblica le ragioni per le quali Napoli non può essere definita “il terzo mondo”. Il console vive da tre anni a Napoli insieme a tutta la sua famiglia, e ha avuto modo di apprezzare non solo le bellezze, ma anche i significativi miglioramenti che si sono determinati nella nostra città.

Napoli è una delle dieci metropoli più grandi d’Europa, non è il terzo mondo, neanche in senso metaforico. È talmente ovvio che non andrebbe neanche detto“. Così il console Des Roziers ha commentato l’articolo di Le Figaro, mettendo un freno definitivo a tutte le polemiche.

Non è il mio ruolo commentare quello che scrivono i giornalisti“, dichiara il console francese, “ma va detto che l’articolo racconta tanto altro, come ad esempio una delle grandi eccellenze di Napoli, la Apple Academy di San Giovanni a Teduccio. In vista delle elezioni la corrispondente ha intervistato, tra gli altri, il futuro sindaco Manfredi e il direttore del museo di Capodimonte Bellenger.

Napoli è molto migliorata negli ultimi dieci o quindici anni, ha un sistema sanitario e sociale che ha tenuto davanti alla pandemia. L’anno scorso ho avuto un problema di salute, ho chiamato il 118, sono stato subito assistito. Sono stato portato al pronto soccorso del Cardarelli, mi hanno curato in maniera molto accogliente come a Parigi.

Da tutti i punti di vista Napoli non può essere definita città del terzo mondo. E non è solo il mio punto di vista. C’è una forte connessione tra Napoli e la Francia. Prima del Covid, Napoli è stata una delle città più visitate dai francesi, e ora con la ripresa stanno tornando in tanti“.


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