Alberto Angela, dichiarazione d’amore per Napoli: “Ti stringe al calore del suo petto”


Forse nessuno può capire Napoli meglio di un suo abitante, ma nessuno può esplorarla e finire per amarla più di un forestiero che si immerga nelle sue strade, nei suoi vicoli, nei colori dei suoi tramonti. È quello che è accaduto a me che, da forestiero appunto, ho imparato via via, nel corso degli anni, a conoscerla, a comprendere le sue mille sfumature, fino a sentirmi sempre più a mio agio, come se ad accogliermi fosse, alla fine, un amico. Un amico con i suoi pregi e i suoi difetti, ma che ti accoglie con il sorriso e con il calore della sua sincerità. Ed è questo amico di lunga data che verrà descritto in Stanotte a Napoli, che andrà in onda su Raiuno la sera di Natale“, a dirlo è lo stesso Alberto Angela su LaRepubblica.it.

Alberto Angela, cosa si vedrà nello speciale di Natale

Un amore quello del re dei divulgatori per Napoli, nato quando era solo un adolescente: “Avevo 15 anni quando ho cominciato a scoprirla. Volevo fare l’oceanografo e per alcune settimane, alloggiando in una modestissima pensione, andavo come volontario ogni mattina all’Acquario (la Stazione Zoologica Anton Dohrn): i ricercatori mi avevano “adottato” e io mi davo da fare per imparare il loro mestiere. È stato il mio battesimo con gli ambienti della ricerca, con il metodo scientifico, con la scoperta dei delicati equilibri naturali. È come se Napoli, simile a un vecchio, mi avesse dato i consigli giusti per indirizzare le mie passioni, influenzando, in fondo, anche quello che faccio oggi. Ogni volta che passo davanti all’Acquario ho un sorriso e provo nostalgia perché mi rivedo, ragazzo, uscire a fine giornata dal suo mondo incantato, con la passione negli occhi per qualcosa di nuovo che avevo imparato“.

Napoli – continua – è una città fatta di mille contraddizioni, ma anche di tanti splendori, capolavori storie e tradizioni che si sono accumulati nell’arco dei secoli. Naturalmente, come tutte le grandi città ha le sue luci e le sue ombre. Spesso le cronache tendono a concentrarsi sulle sue ombre, nascondendo in questo modo le sue luci. A Stanotte, pur non ignorando le ombre, giustamente da individuare e combattere, vogliamo mostrare anche le luci esattamente come abbiamo fatto per le altre città: il risultato, lo vedrete, è una immagine di Napoli più luminosa e viva di quanto si creda“.

Sì, perché quando passeggi sul lungomare, nelle strade costeggiate da colonne antiche, chiese, palazzi ti rendi conto di quanta storia, di quanta cultura la città è stata protagonista: Greci, Romani, Normanni, Francesi, Spagnoli… È un po’ come contare gli anelli di un grande albero. Certo, è così ovunque in Italia, la storia vi accompagna sempre. La trovate in ogni angolo dei centri storici, nei musei, nei piatti che mangiate, nelle inflessioni dialettali, nel calore delle persone. Napoli non fa certo eccezione. Quante invasioni!
Eppure Napoli è riuscita a cambiare l’invasore di turno, lo ha incantato con la propria anima e, di chiunque sia venuto, ha trattenuto con sé un pezzo. Quali altre capitali europee possono vantare una storia ininterrotta nell’arco di tre millenni, una storia che ha influenzato la cultura e la civiltà di un intero continente? Entrate nel Teatro San Carlo o nelle sale del Museo Archeologico (Mann) e troverete molte radici culturali europee“, prosegue Angela.

E poi un’immagine suggestiva del Golfo e del suo mare: “Oggi lo sguardo su Napoli non può partire che dal mare. Il Golfo costituisce “l’altra metà” della città. Basta trovarsi su Castel dell’Ovo, e davanti ai vostri occhi si spalanca un orizzonte senza confini. Il rumore della città è lontano, qui si avverte solo il respiro del mare. E al tramonto, mentre il sole illumina con un’ultima carezza il Vesuvio e in lontananza l’isola di Capri, ritrovate i pensieri smarriti durante la giornata nelle frenetiche attività di tutti i giorni. Il golfo ti abbraccia come qualcuno che ti stringa a sé fino a farti avvertire il calore del suo petto“.

E’ una città di fortissima matrice greca. – prosegue Alberto Angela – La disposizione delle vie nel centro è greco. Qui persino durante l’impero romano si parlava il greco. Molti aspetti della cultura greca, pur diluiti da secoli di storia, riemergono nel modo di vivere napoletano.
Maradona è stato accolto, celebrato, reso “immortale” esattamente come accadeva in passato a un eroe greco. Ma c’è anche un altro aspetto: i napoletani l’hanno visto come uno di loro, un uomo umile emerso in contesti difficili. Una sorta di fratello dalle grandi capacità che ha aiutato tutta la famiglia. Altrove sarebbe stato solo un grandissimo campione. Qui è diventato qualcosa di più: un mito.

È nei vicoli che si concentra la vita. – continua – Qui si fondono le musiche, le voci, le immagini dei personaggi emblematici della città. E su tutto si spande un odore, l’odore della pizza ancora calda, appena uscita dal forno. Quando l’assaggio, non posso fare a meno di pensare che racchiude in sé culture, storie e geografie lontanissime che l’ingegnosità napoletana ha saputo fondere in un unico piatto.

Ed infine un omaggio alla pizza napoletana ed al caffè, che qui è un culto: “Durante le riprese di Stanotte non ho resistito alla tentazione di gustarne una tazza, e non l’ho fatto durante una pausa, ma davanti alle telecamere, lo vedrete, seduto al tavolino di un caffè in via dei Tribunali: un omaggio doveroso a un simbolo di Napoli. Il caffè qui è un rito. Non lo si beve, lo si sorseggia: è caldo e sincero come il bacio di una persona che ti vuole bene, e che ti abbraccia prima di ripartire per le tante cose da fare“.


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