Fine dello stato d’emergenza, verso un Green Pass rimodulato: cos’è e che cambia


A poche settimane dalla fine dello stato d’emergenza, prevista per il 31 marzo, restano i dubbi sull’utilizzo del Green Pass che, tuttavia, non sarà abolito da un giorno all’altro: l’ipotesi sul tavolo del Governo è quella di introdurre un certificato rimodulato.

Fine dello stato emergenza e Green Pass rimodulato

Il premier Draghi aveva già annunciato una serie di cambiamenti in direzione di una progressiva abolizione delle restrizioni. Si andrà, dunque, verso una nuova normalità ma, anche a causa dell’attenzione rivolta alla crisi in Ucraina, le nuove misure non sono state ancora ufficializzate.

Soltanto pochi giorni fa, a margine di un evento a Firenze, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito all’abbandono del Green Pass, aveva dichiarato: “Io penso che dobbiamo valutare passo dopo passo. Superare lo stato d’emergenza non significa essere fuori da ogni vincolo. Valuteremo la strada migliore, sarà un percorso di fiducia verso una fase nuova ma di gradualità”.

Una ‘fase nuova’ che dovrebbe concretizzarsi proprio attraverso l’allentamento dell’utilizzo della certificazione verde che, ben presto, potrebbe non essere più necessaria per svolgere alcune attività. Il Green Pass non andrà via nell’immediato ma sarà rimodulato sulla base delle caratteristiche dei singoli luoghi e servizi.

Innanzitutto, come annunciato dal Premier Draghi, dal 31 marzo non sarà più in vigore il sistema delle zone a colori. All’interno delle scuole saranno abolite le quarantene da contatto e l’uso delle mascherine Ffp2 in classe. Scade anche l’obbligo di esibire il Green Pass rafforzato in alberghi, sagre, fiere e centri congressi mentre la capienza degli spettatori negli stadi dovrebbe ritornare al 100%.

L’obbligo di esibire il Green Pass man mano decadrà interessando sempre più attività: bar e ristoranti (prima all’aperto e poi al chiuso), negozi, uffici pubblici. In ultimo cinema, teatri, palestre e piscine mentre resta il nodo dei trasporti pubblici. Un processo graduale, in partenza dal mese di aprile, che verso la metà di giugno dovrebbe portare all’abolizione della certificazione.


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