Omicron e allergie di stagione, i sintomi sono simili: come distinguere le due malattie


Con l’arrivo della primavera, che è anche la stagione di riniti e allergie, è importante cercare di non confondere i sintomi dei disturbi stagionali con quelli della variante Omicron. Ci sono, infatti, alcuni campanelli d’allarme differenti anche se l’unico modo per escludere la positività al covid resta il tampone.

Primavera, i sintomi per distinguere le allergie da Omicron

La variante Omicron, proprio come le allergie primaverili, si manifesta sempre più spesso attraverso disturbi quali raffreddore, starnuti, gola che brucia e mal di testa. L’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, rivolgendosi all’Adnkronos Salute, ha chiarito quali sono i sintomi che distinguono i disturbi stagionali dal contagio con la variante Omicron.

“Omicron ha una straordinaria capacità di infettare le cellule della mucosa del naso. Da qui la sua potente contagiosità ma anche la sua attitudine a provocare disturbi prevalentemente a carico delle alte vie respiratorie, per molti versi sovrapponibili a quelli che, in questa stagione, si presentano puntualmente nei soggetti con storia clinica di pollinosi, anche nota come ‘febbre da fieno'” – ha spiegato.

Di qui la sintomatologia che caratterizza le forme stagionali di rinite: violente e irrefrenabili starnutazioni, naso che cola con rinorrea acquosa e trasparente, prurito e congestione nasale. Altro elemento caratterizzante è l’arrossamento e prurito degli occhi con intensa lacrimazione, assente in chi risulta positivo al covid. Meno frequenti il prurito al palato, gola e orecchie.

Il contagio da covid, al contrario, come spiega l’esperto, può presentarsi con febbre e brividi, del tutto assenti negli allergici. Tra i disturbi più frequenti spiccano mal di gola, tosse e fiato corto ma anche mal di testa e senso di stanchezza con possibili dolori muscolari.

“Si tratta di osservazioni immediate e semplici da rilevare che possono fornire elementi utili ad indirizzare verso una diagnosi di covid-19 che, tuttavia, non può essere precisa e categorica. Il ricorso alla diagnosi molecolare attraverso il tampone rimane, pertanto, la procedura più corretta” – ha concluso l’immunologo.


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