Ciro ucciso a 15 anni, la mamma dopo la condanna: “La vita di mio figlio vale solo 7 anni”


E’ stato condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione il responsabile della morte di Ciro Modugno, il 15enne investito e ucciso lo scorso ottobre a Casal di Principe, durante il processo che si è tenuto in presenza della mamma del ragazzo, affranta per la breve pena inflitta all’assassino.

Morte Ciro Modugno, al processo il dolore della mamma: “Pena troppo lieve”

Quel giorno Ciro era alla guida del suo scooter quando fu travolto da un’auto che, secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, percorreva a velocità sostenuta la strada dopo aver assunto cocaina ed alcol. Soccorso dal 118 e trasportato in ospedale, il 15enne morì poche ore dopo.

“Finalmente un po’ di giustizia. Il giudice del Tribunale di Napoli Nord ha condannato a sette anni e quattro mesi di reclusione il responsabile della morte del giovane Ciro Modugno. Per noi è una soddisfazione, poiché in questi mesi siamo stati vicini alla sua mamma e abbiamo combattuto insieme a lei. Continueremo a lottare affinché tutte le vittime della strada e le loro famiglie ottengano giustizia” – hanno commentato Alberto Pallotti ed Elena Ronzullo, rispettivamente presidenti dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada Odv e dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada, ammesse come parti civili nel processo.

Nessuna condanna, però, servirà a placare il dolore di Nunzia, mamma di Ciro, che, tra le lacrime, ha commentato: “Sono passati quasi sei mesi dalla perdita del mio adorato figlio. Finalmente arriva una condanna, anche se mi aspettavo una pena più forte. Insieme al mio avvocato, Nicola Martinelli, e sostenuta dalle associazioni che erano parte civile nel processo, abbiamo aspettato in tribunale tutto il giorno digiuni, dalle 10 alle 18, per sentirci dire che la vita di mio figlio Ciro vale solo 7 anni e 4 mesi”.

“Purtroppo viviamo in Italia dove noi mamme dei ragazzi vittime della strada non possiamo contare su una giustizia giusta. Certo, anche 30 anni non mi avrebbero ridato il mio Ciro ma non mi sembra giusto che una persona che aveva bevuto e assunto cocaina possa uccidere un bambino, distruggere una famiglia e cavarsela con pochi anni. Io ormai sono una ergastolana condannata dall’assassino di mio figlio”.

“Questa pena così lieve non sarà certo di esempio per tante altre persone. Io non avrò più mio figlio, la mia famiglia è distrutta e lui, sempre se andrà in carcere, fra sette anni potrà ricominciare la sua vita. Il mio Ciro, che aveva solo 15 anni, non può più sognare” – ha concluso.

 


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