Ucciso per un parcheggio, bruciato il manifesto. La moglie: “Offeso in vita e in morte”


Alcuni ignoti hanno bruciato il manifesto che invoca giustizia per la morte di Maurizio Cerrato, l’uomo ucciso lo scorso anno a Torre Annunziata a seguito di una lite per un parcheggio, causando l’indignazione della cittadinanza e in particolare della moglie Tania.

Bruciato il manifesto per Maurizio Cerrato: la rabbia della moglie

Soltanto cinque giorni fa il manifesto era ancora intatto, affisso sotto al ponte dell’autostrada a poche centinaia di metri dal tribunale di Torre Annunziata. Durante un giro di perlustrazione, tuttavia, ieri i carabinieri hanno scoperto che è stato strappato e dato alle fiamme: è stata proprio la frase ‘giustizia per Maurizio’ ad essere annerita.

Il tutto poco dopo il rinvio a giudizio delle quattro persone accusate di omicidio e l’imminente avvio del processo contro di loro, previsto per il prossimo 6 maggio. Di qui la rabbia della vedova Cerrato che, intervenuta al TGR Campania, ha dichiarato: Viene offeso in vita e in morte. Gli viene bruciato un manifesto dove si chiede giustizia. Evidentemente questa parola dà fastidio e fa paura”.

“Noi siamo per la legalità e la giustizia, le mie armi non saranno mai le loro. Non lo sono mai state e mai lo saranno. Noi andiamo avanti, non ci fermiamo. Questo voglio che sia chiaro. Io non mi fermo” – ha concluso sottolineando l’intento di riscattare quella morte così assurda e ingiusta.

Maurizio, ex custode del parco archeologico di Pompei, era intervenuto in difesa di sua figlia che, secondo alcuni, aveva parcheggiato l’auto dove non doveva. Il posto era stato, infatti, ‘occupato’ con una sedia che la ragazza aveva spostato. Il padre era intervenuto per proteggerla ma è rimasto vittima di un’aggressione, ucciso con una coltellata al petto.


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