Cinghiali pericolosi in città, la soluzione di Coldiretti è l’abbattimento: ma il vero problema sono i rifiuti


Troppi cinghiali diventati pericolosi per le nostre città. L’ultimo episodio è quello accaduto ieri nel Casertano, dove un 17enne è morto in seguito ad un incidente stradale con un ungulato. Ma la Coldiretti avrebbe trovato la soluzione: abbatterli. Ricordiamo che è la più grande organizzazione di agricoltori e coltivatori diretti del nostro Paese e dunque difende principalmente gli interessi di queste categorie. Ecco cosa hanno spiegato in un comunicato.

Con l’Italia invasa da 2,3 milioni di cinghiali non c’è solo la peste suina, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione del blitz degli agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza SS. Apostoli a Roma. Nella capitale anche una folta delegazione di agricoltori dalla Campania, partiti dalle cinque province per manifestare il disagio crescente in campagna e nelle città, dove il fenomeno è diventato insostenibile, con eventi tragici come la morte di un giovane nel casertano per un incidente provocato da un cinghiale“, scrive.

I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale“.

Per la Coldiretti la soluzione al problema è l’abbattimento dei cinghiali

L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali“.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè “la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%) considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps, Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat“.

Il 69% degli italiani ritiene che i cinghiali siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali”, prosegue Coldiretti.

Alla domanda su chi debba risolvere il problema, oltre le metà degli italiani (53%) è dell’opinione che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni. In tale scenario anche l’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e ridurne del numero di capi per limitare il rischio di diffusione della peste suina africana (psa) che colpisce gli animali ma non l’uomo“, conclude.

Animalisti contro l’abbattimento: ecco perché è pericoloso

Secondo la associazioni animaliste Enpa, Lac, Lav, Leidaa, l’abbattimento dei cinghiali è “un provvedimento pericoloso, dannoso, cieco alle istanze della scienza, della precauzione sanitaria. È un testo ad uso e consumo dei cacciatori, un ulteriore tentativo di stravolgere la legge quadro solo per ricevere consensi dal mondo venatorio e da parte del mondo agricolo“. La misura inoltre per gli animalisti è “pericolosissima per la diffusione della Peste suina africana (Psa): questo provvedimento propone spari ovunque, con conseguenti contaminazioni e concreto rischio di diffusione della Psa“.

Le associazioni chiedono che “il Governo ascolti le voci dell’accademia, che chiede ben altre misure, anche per contrastare la diffusione della Psa, come l’abolizione della caccia al cinghiale, e cancellando la braccata, tecnica venatoria non selettiva e devastante, utilizzata anche nel controllo faunistico, e che ha causato fenomeni come l’uccisione della matriarca, la dispersione del branco, la maggiore capacità di riproduzione“.

Il vero problema sono i rifiuti nelle città

Gli animalisti adducono la colpa della presenza dei cinghiali in città al non corretto smaltimento dei rifiuti, che si accumulano in strada intorno ai cassonetti e che attirano gli animali selvatici che cercano cibo.

Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa, l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali, ha dichiarato: “Il presidente di Federcaccia ha già avuto incontri interlocutori con rappresentanti regionali e ha messo a disposizione i suoi iscritti per il contenimento degli ungulati. Chiediamo di essere sentiti anche noi. Dare voce alle associazioni protezionistiche non dovrebbe essere un’opzione, ma un dovere”.  Comparotto ha infine detto che studi scientifici affermano che agli abbattimenti segue un moltiplicarsi di cucciolate. “Lo ripetiamo: a Roma il problema sono i rifiuti, non i cinghiali“, ha aggiunto.


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