Cardarelli, bolletta della luce da 11,5 milioni. Il direttore: “Andremo in difficoltà”

L'ospedale Cardarelli di Napoli


L’ospedale Cardarelli di Napoli in difficoltà a causa della bolletta della elettricità, che è più che raddoppiata. Il direttore generale del nosocomio, Marco D’Amore, ha lanciato quello che suona come un vero e proprio allarme per i cittadini napoletani e non solo: “La nostra bolletta della luce è passata da 5,6 milioni a 11,5. Un aumento difficile da sostenere. Dobbiamo chiudere il bilancio in pareggio. Come faremo? Non possiamo certo tagliare i servizi né smettere di utilizzare le fonti energetiche, che sono indispensabili per il funzionamento dei macchinari e dei reparti. Non posso spegnere una Tac. Avremo grossi problemi”.

Bolletta della elettricità record al Cardarelli: ci vuole tempo per utilizzare i pannelli solari

D’Amore ha parlato in una intervista concessa nel corso della trasmissione Barba e Capelli di Corrado Gabriele, in onda su Radio Club91. “Come con la pandemia – ha continuato – la crisi energetica ci ha colti un po’ di sorpresa. Non siamo stati bravi a programmare. C’erano margini per affidarci in proprio a fonti rinnovabili, utilizzando magari i pannelli solari. Ma se cominciamo ora, ci vorrà almeno un anno e risparmieremmo in ogni caso un 30%. Si prospetta una crisi molto seria, a cui bisognerà trovare una risposta”.

La situazione al Pronto Soccorso

Il direttore D’Amore è intervenuto anche sullo stato del Pronto soccorso, in passato al centro di molte polemiche. “Non abbiamo più barelle nella struttura – ha detto – e stiamo riorganizzando il tutto in modo ottimale. Resta la questione di accessi molto numerosi, solo ieri ne abbiamo avuto oltre duecento. Purtroppo persiste una vecchia concezione, bisogna attrezzare nuovi meccanismi. Non dico sul breve periodo, che è difficile, ma almeno sul medio, a partire da un nuovo concetto di medicina territoriale, da una nuova relazione con i presidi locali. Intanto, al Cardarelli, daremo una sistemazione dignitosa ai familiari dei pazienti che attendono al Pronto soccorso: un’accoglienza degna”.


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