Rincari record per Natale a Napoli, dai gamberi al baccalà: il pesce costa il 40% in più


Sulla scia dei rincari che stanno interessando un po’ tutti i settori, a Napoli lievita anche la spesa per il cenone della vigilia di Natale e Capodanno, in particolare per le pietanze di pesce: dai gamberoni alle vongole fino al polpo, si contano in media incrementi di circa il 40%. A renderlo noto è Il Mattino, riportando le stime di Confesercenti e Fipe Confcommercio.

Napoli, rincari per il cenone di Natale: aumenti del 40% sul pesce

Tutto il pescato sta diventando una merce quasi di lusso e tra le cause della stangata gli esperti del settore ittico annoverano guerra e speculazione, caro energia e cambiamenti climatici con temperature elevate che penalizzano il raccolto.

In linea generale soltanto il prezzo del capitone è rimasto invariato. Il resto delle pietanze a base di pesce del cenone – dunque gamberi, baccalà, astice, vongole, polpi – stando alle stime delle associazioni costano circa il 40% in più. Per fare un esempio, riportando i dati di Confesercenti Campania, le vongole allevate che l’anno scorso costavano 16 euro al kg oggi non si trovano a meno di 20 euro. Quelle veraci, come evidenziato da Fipe Confcommercio, arrivano fino a 60 euro, contro i 40 dell’anno precedente.

Stesso discorso per le ostriche, con incrementi di almeno 4 euro al kg, e l’astice che arriva a costare quasi i 20 euro in più. Polpo e calamaro passano dai 20 ai 28 euro al kg così come il gamberone pescato rosso che si vende a circa 80 euro al kg (contro i 65 del 2021).

“Sui rincari incide tantissimo il prezzo del petrolio. Per i pescatori il carburante costa il doppio rispetto allo scorso anno. Lo stesso vale per l’imballaggio, la plastica, il cartone e il ghiaccio. Rileviamo questo aumento non solo sul pesce ma su tutti i cibi natalizi. Le materie prime, da sole, sono aumentate del 30%” – spiega Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania.

“Il costo del cenone per una famiglia salirà del 30%. Si spenderanno 120 euro a persona, l’anno scorso ci si assestava intorno ai 90. Rispetto a quanto costava a novembre, a fine dicembre il pesce rincara del 40%. Non manca una certa dose di speculazione cui va sommato il rincaro generale del mercato ittico rispetto allo scorso anno, schizzato del 25%, e il problemi legati al clima” – continua Massimo Di Porzio, presidente di Fipe Campania.


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