Arriva la Bomba Kvara, l’allarme dei Carabinieri: mezzo chilo di miscuglio esplosivo illegale


Bomba Kvara. Arriva come ogni Capodanno nel mercato nero dei fuochi d’artificio una nuova “bomba”, questa volta che prende il nome dal nuovo giocatore e idolo del Napoli.

Bomba Kvara, l’allarme dei Carabinieri

L’allarme è dei carabinieri di Reggio Emilia che promuove la campagna di sensibilizzazione ”Usa la testa non rovinarti la festa”, rivolta soprattutto ai giovani, per educarli al corretto uso dei fuochi pirotecnici legali. “La new entry, potrebbe quindi essere la ‘Bomba Kvara’, lo spauracchio del Capodanno 2023 che non poteva non essere legata al nuovo idolo calcistico – sottolineano in una nota i carabinieri di Reggio Emilia – Nuovo nome per adeguarsi all’attualità, e con un potenziale distruttivo sempre più grande giacché può contenere sino a 500 grammi di miscuglio esplosivo. Questo il nuovo botto, ovviamente illegale, che pare si stia diffondendo sul mercato parallelo dei fuochi d’artificio per Capodanno che altro non è che la riproposizione potenziata dei consueti e pericolosissimi ordigni che ogni anno vengono ribattezzati seguendo la cronaca e l’attualità del momento“.

Prima c’era la “bomba di Maradona“ e poi quella di Careca, quella di Zola, la “bomba Cavani” e la “bomba Higuain”. “Trattasida comunicato – di 500 grammi di miscuglio esplosivo illegale. Mezzo chilo di botto fuorilegge, pronto ad esplodere alla mezzanotte del nuovo anno. Evidentemente a Reggio Emilia il brand Napoli va fortissimo. Scrivono, i Carabinieri di Reggio Emilia, che “nonostante le varie ordinanze di divieto per l’utilizzo di petardi e fuochi d’artificio c’è chi scommette su questo nuovo prodotto, il terribile botto che prende spunto dal nuovo idolo della tifoseria azzurra, Khvicha Kvaratskhelia”.

L’appello ai giovani

Altre bombe – prosegue il comunicato – erano anche dedicate a personaggi della politica o a eventi che avevano caratterizzato l’anno (come la “bomba Bin Laden”, divenuta nota dopo gli Attentati alle Torri Gemelle del 2001 e la bomba “Covid” ispirata alla pandemia)”.  “La battaglia– precisano dal comando– potrà essere vinta se si riuscirà a far comprendere, soprattutto ai giovani, che il problema è essenzialmente culturale. In questi casi, quasi sempre gli incidenti sono dovuti a disattenzione e non a fatalità”.


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