Messina Denaro, la famiglia del bimbo sciolto nell’acido: “Risponderà a Dio e all’uomo”


A 27 anni dalla morte del piccolo Giuseppe, la famiglia Di Matteo vede finalmente un barlume di giustizia con l’arresto di Matteo Messina Denaro, il boss latitante da 30 anni, tra i più ricercati d’Italia. Al suo nome si lega l’omicidio del ragazzino di soli 12 anni che fu rapito, strangolato e sciolto nell’acido dopo 2 anni di prigionia.

Omicidio Giuseppe, la famiglia Di Matteo sull’arresto di Messina Denaro

“Nulla potrà restituire in vita Giuseppe o compensare in qualunque modo la sua prematura scomparsa, ma certo tutti coloro che hanno preso parte a questo efferato delitto, oltre a doverne rispondere davanti alla giustizia divina, ora dovranno farlo anche davanti a quella umana – ha dichiarato l’avvocato Monica Genovese per conto dei familiari di Giuseppe Di Matteo.

Messina Denaro fu tra i mandanti del sequestro del ragazzino che venne avvicinato da una banda di criminali travestiti da poliziotti: gli fecero credere che lo avrebbero condotto da suo padre, Santino Di Matteo, ex boss pentito che si trovava sotto protezione fuori dalla Sicilia.

L’obiettivo era quello di mettere a tacere il pentito che, diventato un collaboratore di giustizia, stava fornendo agli inquirenti rivelazioni cruciali sulla strage di Capaci ed altre vicende di Cosa Nostra. Dopo ben 779 giorni di prigionia, Giuseppe fu strangolato con una corda e il suo corpo fu disciolto nell’acido.

Anni dopo, fu il pentito Gaspare Spatuzza ad autoaccusarsi facendo i nomi dei capimafia, compreso quello di Messina Denaro. Nel corso degli anni per il delitto Di Matteo sono state condannate circa una quarantina di persone. Con l’arresto del boss, preso dopo 30 anni di ricerche, si chiude un cerchio intorno alla vicenda.


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