Trapanese alla Meloni: “A mangiare la pizza con me e Alba non sei venuta. Non vuoi vedere”


Luca Trapanese, assessore al Welfare del Comune di Napoli, ha affidato ancora una volta ai social una lettera indirizzata alla Premier Giorgia Meloni che diversi mesi fa avrebbe accettato il suo invito, dicendosi pronta a discutere con lui sul tema delle adozioni, eterosessuali e omosessuali. L’incontro, tuttavia, a distanza di mesi non sarebbe avvenuto.

Trapanese scrive alla Meloni: “Io e Alba siamo dispiaciuti”

Tutto sarebbe partito da un post dell’assessore Trapanese che, dopo l’ennesima uscita dell’attuale Premier, contraria alle adozioni gay e single, aveva scritto: “Cara Giorgia Meloni, mi piacerebbe trovarmi a un tavolo con te e chiacchierare un po’ di adozione se ti farà piacere, potrebbe essere il tavolo di casa nostra, mia e di Alba. Sei la benvenuta, porta anche tua figlia Ginevra. Alba vi accoglierebbe con uno dei suoi tipici sorrisi. Mentre le nostre figlie giocherebbero insieme, ti racconterei di noi. E poi qua da noi facciamo una pizza leggendaria, non potete proprio rifiutare. Luca e Alba”.

“Ciao Luca. Ti rispondo volentieri perché, al netto della differente appartenenza politica, ammiro la tua storia e tifo per te ed Alba. Da quello che ho letto e dai tuoi occhi, sono convinta che stai offrendo a tua figlia tutto il tuo amore. Accetto con piacere l’invito a cena, anche da parte di Ginevra, che si divertirebbe un mondo a giocare con Alba e a mangiare la vostra pizza leggendaria” – questa la risposta della Meloni.

A distanza di sei mesi, poche ora fa, dopo aver letto un’intervista l’assessore Trapanese è tornato ad interpellare la Meloni in uno dei suoi ultimi post: “Cara Giorgia Meloni , torno a scriverti dopo qualche mese dalla tua risposta. Ti eri dichiarata disponibile e felice di un confronto con me, ma poi, sebbene avessi accettato pubblicamente il mio invito cena, a mangiare la pizza con me e Alba non ci sei mai venuta”.

“Questa settimana hai rilasciato un’intervista a Silvia Grilli, direttrice del settimanale Grazia, che ha messo la tua faccia in copertina con scritto: ‘Ragazze, liberiamo il nostro potere’. Mi aspettavo di leggere da parte della prima Presidente del Consiglio donna parole di elogio alle donne per i loro talenti, un invito a difendere la propria libertà di realizzarsi, coltivare le proprie passioni, fare delle scelte, lavorare e raggiungere posizioni di prestigio e potere al pari degli uomini”.

“E invece si scopre che il potere che le donne dovrebbero liberare, secondo il tuo punto di vista, sarebbe limitato all’essere madri, mettere al mondo figli, rinunciare ad abortire laddove invece avessero deciso di farlo. Una totale riduzione della donna ai minimi termini. Mi piacerebbe anche che tu mi spiegassi cosa sarebbe l’ideologia gender che nomini anche nell’intervista, locuzione peraltro coniata da te. Riguarda anche me, padre gay?”

“Io ho adottato Alba, una bimba down abbandonata da una donna alla nascita e non voluta da oltre 30 famiglie tradizionali, quelle a cui, dici nell’intervista, avrebbe diritto ogni bambino. Peccato che tu non sia venuta a trovarci come avevi promesso, avresti conosciuto la nostra famiglia – posso chiamarla così oppure un papà e una bimba non sono una famiglia? A casa nostra avresti capito che l’amore e la gioia che circondano Alba sono così grandi che la rendono totalmente felice”.

“Penso che sia proprio per questo che non hai mantenuto la promessa, per non vedere ciò che è così evidente.
Io e Alba ti salutiamo, rammaricati e anche un po’ dispiaciuti per te, che non riesci a cogliere l’enorme bellezza custodita nell’unicità di tutte le famiglie che si amano”.


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