“Dammi il 5” poi calci e pugni, Frederick muore a 43 anni: restano in carcere i 2 minori


Il giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minori di Napoli ha convalidato il fermo emesso nei confronti dei due ragazzi, di 16 anni, accusati di aver ucciso Frederick Akwasi Adolfo, il clochard picchiato a morte a Pomigliano D’Arco nella notte tra domenica e lunedì. Dalle indagini è emerso anche un altro dettaglio raccapricciante: i due avrebbero ingannato la vittima avvicinandosi in maniera amichevole poco prima della violenta aggressione.

Ucciso a Pomigliano: convalidato il fermo per i 2 ragazzi

Il reato contestato ai due minori dai carabinieri è l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Per entrambi il giudice ha disposto anche il trasferimento nel carcere minorile di Nisida, come rende noto l’Ansa.

Stando all’ultima ricostruzione fornita dalla Procura per i minori, e resa nota da Il Mattino, oltre all’atteggiamento subdolo e brutale ci sarebbe stato anche l’inganno, una sorta di trappola mortale per il 43enne, sempre amorevole e disponibile con tutti.

I due ragazzi lo avrebbero, infatti, avvicinato, sul marciapiede dove era solito riposare, con la scusa di offrigli il cinque, probabilmente consapevoli del fatto che Frederick, molto amato in città, non si sarebbe sottratto ad un saluto amichevole e, con il sorriso sulle labbra, avrebbe ricambiato il gesto.

Forse nemmeno lui avrebbe mai immaginato ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, quando la furia sfrenata e immotivata dei due minori avrebbe messo fine alla sua giovane vita. Frederick sarebbe stato raggiunto improvvisamente da spintoni, calci e pugni, finendo per battere la testa sul suolo.

I suoi aggressori si sarebbero poi dati alla fuga mentre lui, con le ultime forze che aveva, avrebbe cercato di rifugiarsi nel vicino cortile, senza chiedere aiuto a nessuno. L’uomo è stato poi rinvenuto agonizzante ed è morto poco dopo all’ospedale di Nola. Elementi che hanno portato il giudice a convalidare l’arresto dei due minori. Il primo, nato in Italia, figlio di genitori incensurati e completamente estranei alla vita criminale. L’altro è figlio di una coppia rumena.


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