Perché il mare di Napoli è verde, è colpa anche del caldo: i risultati dei prelievi


Sono stati diffusi i primi risultati delle analisi di laboratorio svolte dall’Arpac per chiarire l’origine dell’insolita colorazione verde che ha assunto il mare di Napoli negli ultimi giorni. A seguito dei rilievi effettuati nelle acque del Golfo, il fenomeno sembra essere legato alla fioritura fitoplanctonica di una microalga non tossica, appartenente al phylum Chlorophyta, classe Prasinophyceae.

I risultati dell’Arpac: perché il mare di Napoli è diventato verde

Hanno fatto il giro del web le foto scattate dalla costa napoletana, avvolta da un mare di un colore a metà tra il verde e il marrone, facendo scattare l’allarme sullo stato delle acque del litorale partenopeo. Di qui l’avvio delle attività di monitoraggio dell’Arpac che proseguiranno anche nei prossimi giorni, in aggiunta a quelle già calendarizzate.

Questa mattina, nel corso delle operazioni, sono stati rilevati lungo il litorale napoletano i parametri chimico-fisici della colonna d’acqua con l’ausilio di una sonda multiparametrica per meglio caratterizzare lo stato dei tratti di mare interessati dall’evento critico in atto in questi giorni. Già negli anni scorsi, tuttavia, in concomitanza con particolari condizioni meteo del periodo estivo, il mare ha assunto colorazioni anomale.

Stavolta, il verde delle acque si legherebbe alla smisurata fioritura di un particolare tipo di alga, che pare proliferare proprio nei periodi di forte caldo. Secondo quanto comunicato dall’Arpac: “I dati direttamente rilevati a mare finora disponibili evidenziano in modo uniforme nell’intera area indagata valori particolarmente elevati dei parametri temperatura dell’acqua (superiore a 28 °C) e clorofilla (con concentrazioni di diversi milligrammi metro cubo) nei primi strati superficiali delle acque marine”.

“Si conferma – insieme ai primi dati analitici di laboratorio sulla presenza di fitoplancton – come causa dell’intorbidimento e dell’intensa colorazione atipica la presenza anomala di clorofilla, legata all’incremento della temperatura dell’aria e all’intensità della radiazione solare, effetto del regime di alta pressione di origine africana che ostacola il normale idrodinamismo e ricambio delle acque del Golfo impedendone il rimescolamento. Le mappe elaborate dai servizi Copernicus dell’Unione europea d’altronde confermano la presenza anomala di clorofilla nel Golfo di Napoli con un marcato incremento sabato 8 e domenica 9 luglio”.


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