INTERVISTA/ Manganellata fuori la sede Rai di Napoli: “Volevamo solo far leggere un documento”


Una testimonianza diretta sugli scontri tra manifestanti pro Palestina e polizia all’esterno della sede Rai di Napoli avvenuti il 13 febbraio 2024: a parlare è Marcella Raiola, insegnante che da tempo segue da vicino l’evolversi della questione mediorientale, che nell’occasione ha riportato anche alcune ferite.

Scontri con la polizia fuori la sede Rai: proteste in tutta Italia

Il presidio di Napoli ha fatto da apripista ad altre analoghe manifestazioni in diverse città d’Italia: è la reazione dei comitati a supporto della causa palestinese in seguito a quanto avvenuto domenica scorsa su Rai1. Durante la trasmissione “Domenica In” in diretta da Sanremo, l’artista Ghali aveva chiuso la sua intervista con l’espressione “Stop al genocidio”. Immediata la reazione dell’Ad di viale Mazzini, Roberto Sergio, che fa pervenire a Mara Venier un comunicato stampa di vicinanza ad Israele, che la presentatrice legge come posizione ufficiale della TV di Stato.

La Lega vuole vietare le proteste

Dopo Napoli, le proteste pacifiche sono scoppiate a Torino e Bologna: ma anche in queste altre due città si sono verificati scontri e disordini con le forze dell’ordine. Una tensione che tende ad esacerbarsi con la proposta di legge targata Lega che potrebbe dare facoltà di impedire ogni manifestazione pubblica di protesta alle azioni di Israele.

manifestazione napoli sede rai palestina 2

Manifestanti contro la Rai a Napoli

La testimonianza di Marcella Raiola

Marcella Raiola era sul posto, martedì mattina, insieme a tante realtà della Rete sociale per la Palestina di Napoli: “Ci siamo radunati sotto la sede Rai per esternare il nostro estremo fastidio per il “bavaglio” imposto alla stampa e alla dialettica del nostro paese, dove solo in teoria persiste la libertà di esternare le proprie posizioni come ha fatto Ghali a Sanremo”. Il cantante, come tante altre voci “fuori dal coro” in questi mesi è stato accusato di antisemitismo dalle comunità ebraiche. “Le comunità ebraiche usano l’accusa di antisemitismo come una spada di Damocle che ci mettono sulla testa ogni volta che a loro fa comodo”, afferma l’insegnante.

La ricostruzione racconta delle intenzioni assolutamente pacifiche e per nulla ostili dei quasi 500 manifestanti: tanti erano studenti, gran parte delle scuole erano chiuse per il Carnevale. Questo potrebbe aver spinto molti ragazzi delle superiori a partecipare, insieme ad una folta rappresentanza di studenti universitari. “Ma c’erano anche mamme con bambini, racconta.

Vietati i cori contro la polizia

Con particolare inquietudine, Marcella si sofferma su un episodio che avrebbe preceduto gli scontri: “Colui che aveva chiesto il permesso per il presidio è stato raggiunto da un foglio della Questura che gli addossava preventivamente ogni responsabilità penale nel caso in cui ci fossero stati comportamenti scorretti, con tanto di elenco di questi divieti: cori razzisti, cori religiosi, cori contro la polizia“.

“Volevamo far leggere un documento: pensavano che avremmo abbattuto il palazzo?”

“Ci siamo avvicinati al cancello perché abbiamo chiesto ai giornalisti di confrontarsi con noi spiega Marcella Raiola – Il comitato Handala Ali aveva prodotto un documento da consegnare affinché la Rai lo leggesse e facesse sentire l’altra campana come un servizio pubblico è tenuto a fare. Ma abbiamo visto i poliziotti in tenuta antisommossa davanti al cancello opporsi come se avessimo voluto abbatterlo, o fare chissà quale ‘presa del palazzo’“.

manifestazione napoli sede rai palestina

Presidio pro Palestina a Napoli, la polizia fa da barriera ai manifestanti

Poi il drammatico racconto degli scontri: “Sono stata colpita da un manganello che è stato vibrato con tale forza da schizzare via. Il mio dito è gonfio e livido: ed io ero molto indietro rispetto alle cariche, colpita nonostante non fossi sulla prima linea. Due compagni hanno riportato tagli alla testa abbastanza gravi da richiedere l’intervento del 118“. Le foto dei manifestanti insanguinati hanno fatto il giro dei social, suscitando ancora maggiore indignazione tra gli attivisti.

manifestante ferita proteste gaza

Una manifestante ferita alla testa durante gli scontri fuori dalla Rai di Napoli

Ma quello che per la prof è un vero e proprio tentativo di repressione pare non scoraggiare affatto né lei né tutta la rete di supporto e solidarietà che si è venuta a creare in queste settimane nei confronti della popolazione di Gaza e della Cisgiordania: “C’è una stretta repressiva: Israele decide quando possiamo scendere in piazza, cosa dobbiamo dire e quale atteggiamento morale dobbiamo avere nei confronti del massacro che stanno operando in Palestina.  Siamo molto preoccupati per la piega che sta prendendo la situazione. Non è Israele che deve decidere delle nostre coscienze. Abbiamo un eccidio davanti, la corte dell’Aja ha stabilito che ci sono presupposti oggettivi per imbastire un processo per genocidio. Sentiamo il dolore dei palestinesi nelle nostre carni“.

 


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