Mare Fuori, Francesco Panarella: “Ho scoperto di avere una malattia molto rara”


Noto al grande pubblico come Cucciolo di Mare Fuori, Francesco Panarella ha rivelato le cause della sua fasciatura alla mano, confessando di aver scoperto di essere affetto da una malattia molto rara, chiamata morbo di Kienbock. Lo ha rivelato durante la sua ospitata alla trasmissione Da Noi…a ruota libera su Rai 1, in compagnia di Giacomo Giorgio (Ciro Ricci nella serie) e Clotilde Esposito (Silvia).

Francesco Panarella, Cucciolo di Mare Fuori: “Ho una malattia”

Giunto in trasmissione con il polso fasciato, il giovane attore napoletano, classe 2001, ha rivelato: “Mi sono sottoposto ad un intervento molto ‘simpatico’ (tra tante virgolette). Ho avuto questa malattia che si chiama morbo di Kienbock, è una malattia molto rara che ha fatto andare in necrosi un osso del mio polso”.

Non voglio dire tutto nel rispetto delle persone più sensibili, però ho dovuto fare un’operazione complessa. Il mese prossimo mi tolgono il piccolo ferro che ho nel polso e poi da lì tutto in discesa. In realtà questa è stata meramente sfiga, accompagnata poi dal fatto che da batterista lo stresso molto il polso. Mi hanno detto che tutti i pazienti sottoposti a questo tipo di intervento sono persone che svolgono lavori manuali. Il peggio è passato, il mio pensiero è quello di tornare a suonare”.

Quanto al suo personaggio in Mare Fuori ha detto: “Quando mi hanno presentato il ruolo di Cucciolo ho subito pensato che sarebbe stata una grandissima sfida soprattutto per me interpretare questo personaggio. Mia mamma è un commissario capo di polizia, ora in pensione. Lei mi ha insegnato che queste persone, cresciute in contesti particolari, non vanno mai giudicate ma comprese, capite e accompagnate in un percorso di nuova vita. Con Cucciolo ho avuto anche la responsabilità di dar voce a chi non ne ha, un’altra cosa che mi ha reso fierissimo del personaggio che interpreto”.

Che cos’è la malattia di Kienbock

Il morbo di Kienbock è una rara patologia che colpisce la struttura scheletrica della mano, in particolare attraverso la necrosi avascolare dell’osso semilunare. Riconoscere la malattia in tempo è necessario per fermare l’osteonecrosi del semilunare, agendo chirurgicamente, prima che progredisca.

In genere colpisce i giovani che svolgono attività manuali ma, al momento, ancora non se ne conoscono le cause. Si manifesta con dolore e gonfiore al polso con conseguente riduzione dei movimenti.

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