Il bullismo nasce dai genitori che nascondono gli errori dei figli invece di denunciarli


A Torre del Greco da ventiquattro ore o poco più si prega e si parla. Si prega, innanzitutto. Per il ragazzo di 16 anni precipitato ieri da uno dei piani alti dell’Istituto Tecnico Eugenio Pantaleo. Perché si riprenda quanto prima. Perché viva, questa volta per davvero.

Si parla, di un tema nascosto sotto un tappeto di ipocrisia e sputato fuori in un istante. Sputato, non spuntato. Perché il bullismo non non è una margherita che viene fuori seguendo il sole.

Bullismo, un fenomeno che nasce dall’omertà, dall’ignoranza e dai genitori

Si muove nell’ombra, nella melma, nei meandri di pensieri deviati da un senso malato di onnipotenza. Sei grasso, sei brutto, hai gli occhiali vieni qui che te li spezzo. Ma che ti sei messo addosso? Sei un soggetto. Solo a scriverle, queste stronzate, viene l’orticaria. Le abbiamo sentite tutti. Le abbiamo dette, le abbiamo subite. Tutti. C’è sempre stato il bullismo, il cameratismo tra i banchi di scuola.

Ed è sempre stato considerato incredibilmente normale. Perché l’essere umano è abituato ad offendere, a deridere, a denigrare. Ad essere razzista, omofobo, intollerante, bullo.

Quello che è accaduto ieri adesso deve però far crescere. Non deve alimentare divisioni, non deve cavalcare l’ondata di ignoranza che ne è derivata. Deve far crescere, tutti. Deve alimentare il dibattito per andare a fondo alla tematica. Per porre le basi, non per distruggerle. Bisogna parlare adesso. Denunciare, unire la comunità sotto un’unica bandiera, quella dell’integrazione.

Siamo tutti vittime e carnefici, nessuno escluso. E chi non denuncia lo è al pari di chi è carnefice. Perché il bullismo nasce dai genitori che sotto quel tappeto ci nascondono frettolosamente gli errori fatti dai figli, che non si accorgono che bisogna educarli e non proteggerli. Proteggerli da chi poi?


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