Terremoti nel Napoletano: perché non c’è collegamento tra Campi Flegrei e Vesuvio

Terremoti Campi Flegrei e Vesuvio


La crisi bradisismica che sta interessando i Campi Flegrei sta generando non poche preoccupazioni nella città di Napoli e uno dei quesiti che più spesso si pongono i cittadini riguarda l’eventualità di un certo tipo di collegamento tra i terremoti che si verificano a ridosso della Solfatara e quelli che, invece, vengono rilevati sul Vesuvio. Una domanda alla quale più volte gli esperti hanno fornito risposte rassicuranti basandosi sui dati scientifici a loro disposizione.

Terremoti, Campi Flegrei e Vesuvio non sono collegati

I Campi Flegrei stanno vivendo un periodo di elevata attività sismica, con sciami tra i più lunghi registrati negli ultimi 40 anni. Parallelamente, di recente, alcune scosse sono state rilevate anche sul Vesuvio, ma tutte relativamente lievi e talvolta quasi impercettibili. Lo scorso 28 gennaio, ad esempio, i sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno registrato una scossa di magnitudo 2.6.

I Campi Flegrei e il Vesuvio non sono collegati. Sono entrambi vulcani attivi ma sono diversi. Il Vesuvio è uno stratovulcano che produce più lava rispetto ai Campi Flegrei. Dal 1631 il Vesuvio ha manifestato eruzioni più ravvicinate nel tempo, l’ultima è datata 1944″ – è quanto affermato da Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV, in una recente intervista rilasciata a Il Corriere del Mezzogiorno.

I due fenomeni, dunque, vanno studiati e analizzati separatamente ma, allo stato attuale (sempre facendo riferimento alle fonti scientifiche) non vi sarebbero segnali di evidente pericolo né per i Campi Flegrei né per il Vesuvio.

I Campi Flegrei, per la natura stessa del territorio che occupano, sono interessati da sempre da periodi di attività sismica più intensi di altri. Stessa cosa avviene per l’area vesuviana, zona riconosciuta come altamente sismica, caratterizzata dall’insorgere di scosse più o meno forti che, tuttavia, non necessariamente devono rivelarsi allarmistiche. Chi vive su un territorio vulcanico è consapevole della possibilità di percepire movimenti sussultori che quasi sempre si rivelano di bassa entità.

Per quanto riguarda i Campi Flegrei al momento l’attenzione è rivolta al rischio bradisismico, ovvero all’insorgenza di terremoti che potrebbero rivelarsi anche particolarmente forti (come già successo negli ultimi tempi), da non confondere con il rischio vulcanico: stando agli ultimi aggiornamenti dell’Osservatorio Vesuviano, resi noti dal sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione in diretta per Vesuvio Live, al momento non c’è il rischio di alcuna eruzione imminente.

Un’eruzione sarebbe, infatti, preceduta da una serie di segnali (svariati ed evidenti) che allo stato attuale non sussisterebbero. Del resto la fase bradisismica è ormai in atto da circa due anni e, per la stessa natura del territorio, tenderà sempre a manifestarsi ciclicamente. Gli sciami, dunque, rientrerebbero nel normale fenomeno del bradisismo e il loro accentuarsi sarebbe da considerarsi normale. Ciò non toglie che bisogna mantenere elevato lo stato di allerta per minimizzare i danni che una forte scossa potrebbe generare.

“Per il rischio vulcanico l’attenzione è massima, non esiste caldera più attenzionata e conosciuta di quella dei Campi Flegrei. Io mi affido ciecamente agli studi dell’Osservatorio. Chi vi parla, vive a Bacoli con la famiglia quindi se avessi avvisaglie diverse io le comunicherei alla comunità. Noi sindaci non abbiamo il compito di rassicurare ma di dire la verità. Se le notizie sono rassicuranti ben venga ma se ci dovesse essere il sentore di qualcosa di grave io sarei il primo a comunicarlo – ha sottolineato il sindaco Della Ragione.

Anche per quanto riguarda il Vesuvio al momento non è stata riscontrata nessuna anomalia nei monitoraggi quotidiani. Le scosse che si rilevano periodicamente non rappresenterebbero un reale campanello d’allarme per il “gigante buono” in quanto rientranti nella dinamica sismica dell’edificio vulcanico.

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