Sindrome del Bambino Scosso, la manovra che può causare la morte: cos’è e come prevenirla

Neonato


In occasione delle giornate nazionali di prevenzione della Sindrome del Bambino Scosso, il 6 aprile, l’ospedale Santobono Pausilipon di Napoli aderisce all’evento e alla campagna “Nonscuoterlo!”, promossa da Terre des hommes e Simeup (Società Italiana di medicina di emergenza ed urgenza pediatrica) per sensibilizzare la popolazione su questa diffusa manovra che può portare al coma o addirittura alla morte del bambino.

Sindrome del Bambino Scosso: cos’è e come prevenirla

Lo scuotimento del lattante, anche se di pochi secondi, può rivelarsi fatale per i nuovi nati e a confermarlo sono i dati allarmanti lanciati in prossimità delle giornate nazionali di prevenzione della Sindrome del Bambino Scosso del 6 e 7 aprile.

“Si tratta di una grave forma di maltrattamento fisico, prevalentemente intrafamiliare, ai danni di bambini, generalmente sotto i 2 anni di vita, che vengono scossi violentemente, spesso come reazione al pianto inconsolabile” – ha spiegato il dottor Vincenzo Tipo, direttore del pronto soccorso del Santobono.

“Un picco di incidenza della Sindrome del Bambino Scosso si ha tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto del lattante. A quell’età il bambino non ha ancora il controllo del capo perché i muscoli del collo sono deboli, la testa è pesante rispetto al corpo e il cervello, di consistenza gelatinosa, se scosso si muove all’interno del cranio. Le conseguenze dello scuotimento, anche se di pochi secondi, possono portare al coma o alla morte del bimbo nel 25% dei casi“.

Per prevenire la Sindrome e diffondere le necessarie nozioni sulla sua pericolosità, il 6 aprile il personale del pronto soccorso del Santobono allestirà uno stand informativo in via Luca Giordano in modo tale da sensibilizzare sui rischi della SBS (Shaken Baby Syndrome) e fornire tutte le informazioni su come evitarla.

“Aderiamo anche quest’anno alla Campagna “Nonscuoterlo!” perché è necessario sensibilizzare e fornire agli adulti, siano essi genitori, nonni o operatori dei nido, tutte le informazioni necessarie su questa sindrome che, diversamente dalle altre forme di maltrattamento e abuso, non ha sempre un’origine dolosa ma può essere conseguenza dell’adulto di gestire una condizione di stress perché sopraffatto dalla stanchezza o perché privo di informazioni adeguate” – ha sottolineato il direttore generale del Santobono Rodolfo Conenna.


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