I napoletani salutano Pippo Baudo: è sul presepe il grande conduttore che amava Napoli
Ago 20, 2025 - Veronica Ronza
Pippo Baudo sul presepe - Foto: Genny Di Virgilio
La città di Napoli dice addio a Pippo Baudo, il grande presentatore televisivo scomparso lo scorso 16 agosto, in perfetto stile napoletano: il maestro dei presepi, Genny Di Virgilio, nella sua storica bottega di San Gregorio Armeno, ha realizzato una statuina a lui dedicata, per rendere omaggio al celebre conduttore.
Napoli saluta Pippo Baudo: c’è la statuina del presepe
“Ciao Pippo” – si legge nel cartello che accompagna la statuina realizzata dal maestro Di Virgilio. Un nuovo capolavoro che ritrae Pippo Baudo, nel suo abito elegante, con un sorriso smagliante, che fa un cenno di saluto con la mano.
Un modo per dire addio ad uno dei personaggi più amati della televisione italiana, scomparso all’età di 89 anni, dopo una lunga e brillante carriera. Del resto uno dei luoghi chiave del suo percorso artistico è stato proprio il centro di Napoli, città che amava e custodiva con affetto nel suo cuore.
“Il primo che chiamo quando vengo a Napoli è Peppino Di Capri, al quale sono legato da una lunga amicizia che si è fatta sempre più forte man mano che le nostre rispettive carriere andavano avanti. Peppino è un gran signore, oltre che una vera istituzione” – aveva dichiarato in una delle sue ultime interviste rilasciate a Il Corriere.
“Napoli la difendo sempre perché vorrei che recuperasse la centralità della sua cultura. Ma penso che siano gli stessi napoletani a doversene far carico. Fortune e sfortune dipendono solo da loro. Bisogna smettere di ‘altruizzare’ le responsabilità dei problemi e agire direttamente. I miei luoghi del cuore? Ne ho tanti, a partire dagli studi Rai in via Aniello Falcone in cui facevo la prima televisione, anche quella dei ragazzi. Per finire al grande centro di Fuorigrotta con l’Auditorium che inaugurò con Benedetti Michelangeli”.
“Ricordo tanti spettacoli mitici come ‘Senza Rete’, i duetti con Domenico Modugno. O anche spettacoli che si svolgevano all’aperto, come quello che andava in onda da via Caracciolo dopo la Capri Napoli di nuoto. Quante ore (belle) di lavoro in diretta. E che tecnici che aveva Napoli, capaci di fare uscire mille suoni da un solo microfono. Ma quelli erano artisti, creativi, inventavano. Come i cameramen, dei veri e propri registi”. ”.
