È Maria Corina Machado il Premio Nobel per la Pace 2025: la paladina della democrazia in Venezuela
Ott 10, 2025 - Giuseppe Mennella
Marcha de protesta contra Maduro el 02 de Febrero del 2019 en Caracas convocada por Juan Guaido Presidente Interino de Venezuela. Realizada por Alex abello Leiva, conocido en el medio artístico como alexcocopro, fotógrafo, filmmaker deportista extremo, motivador, emprendedor, artista gráfico y lider de proyectos digitales.
Il Comitato norvegese ha assegnato oggi il Premio Nobel per la Pace 2025 a María Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana, riconoscendola per la sua instancabile difesa della democrazia, del rispetto dei diritti umani e per il suo impegno non violento contro il regime di Nicolás Maduro.
Chi è Maria Corina Machado, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2025
Machado, ingegnera industriale di formazione, è diventata negli anni una figura simbolo della resistenza democratica in un paese segnato da crisi economiche, istituzionali e sociali crescenti. È cofondatrice del movimento civico Sümate, deputata dell’Assemblea Nazionale e, più recentemente, coordinatrice del partito Vente Venezuela.
Le ragioni principali del riconoscimento sono molteplici: in primis, il suo impegno per promuovere elezioni libere e trasparenti, nonostante ostacoli istituzionali, repressione politica, divieti arbitrari. In diverse occasioni Machado è stata esclusa da competizioni elettorali dal regime, ma ha continuato a denunciare frodi elettorali.
Inoltre, la sua scelta di restare ferma su un percorso non violento, nonostante minacce, aggressioni e campagne diffamatorie: Machado è vista come modello di resilienza civile: pur costretta a stare in clandestinità o a vivere sotto pressione, ha continuato la sua opera di denuncia e mobilitazione pacifica.
La comunità internazionale aveva già riconosciuto il suo operato con il Premio Sakharov 2024 (insieme a Edmundo González Urrutia) e il Premio Václav Havel per i diritti umani per il suo ruolo nel dare voce agli oppositori e ai cittadini venezuelani che chiedono rispetto dello stato di diritto, giustizia e libertà.
Machado è l’anti-Trump: da Oslo un monito contro l’egemonia americana
Da più parti si osserva che il Nobel assegnato a una figura così centrale nell’opposizione venezuelana non può essere disgiunto dal contesto geopolitico: è un riconoscimento che, in qualche misura, legittima una visione alternativa alla tradizionale influenza USA in America Latina.
Si potrebbe sostenere che questo Nobel diventi uno strumento diplomatico utile a spingere gli Stati Uniti a rivedere la propria politica verso Caracas: meno sanzioni, meno interventi diretti, meno ingerenze, e più rispetto per la volontà popolare venezuelana.
Sono di ieri sera le ultime informazioni, riportate da Chronocol Media ma non ancora confermate da fonti ufficiali, secondo le quali l’esercito venezuelano avrebbe mobilitato i sistemi di difesa aerea attorno a Caracas, chiuso l’aeroporto internazionale e dispiegato bunker e sistemi antiaerei: segnalazioni che indicherebbero un possibile attacco ma, ripetiamo, in attesa di conferme dagli organi ufficiali.
In questo senso, l’assegnazione appare come un messaggio che va al di là della persona di Machado: è un monito contro il potere imperiale statunitense che troppo spesso si è imposto attraverso pressioni economiche, operazioni segrete o sostegno a élite interne favorevoli agli interessi nordamericani.
