Sequestrato il complesso “Le Fumarole” a Ischia: per il giudice ha devastato la costa sin dal 1968
Dic 11, 2025 - Redazione Vesuviolive
Sequestrato il ristorante Le Fumarole a Ischia
Un intero complesso turistico sulla Spiaggia dei Maronti è stato posto sotto sequestro preventivo dai Carabinieri della Compagnia di Ischia. Il provvedimento è stato notificato alla rappresentante dell’impresa “Le Fumarole da Nicola e Lucia Di Meglio & C. s.a.s.”, una delle strutture più note dell’isola, diventata ora epicentro di una delle inchieste edilizie più rilevanti degli ultimi anni.
Sequestrato il complesso “Le Fumarole” sull’isola di Ischia
Il decreto, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica, arriva al termine di una lunga attività investigativa. Gli accertamenti, avviati con un primo sequestro effettuato lo scorso giugno dalla Stazione Carabinieri di Barano d’Ischia, hanno permesso di ricostruire una serie di presunti abusi edilizi reiterati nel tempo, risalenti addirittura al 1968.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’intera area del complesso — oltre 2.500 mq affacciati su uno dei tratti più suggestivi del litorale ischitano — sarebbe stata oggetto di una progressiva e massiccia alterazione. La Procura contesta una lottizzazione abusiva materiale avvenuta nel corso dei decenni attraverso scavi nella roccia, installazione di pedane, costruzioni di terrazzamenti e muretti, tutto realizzato, secondo gli investigatori, senza i necessari titoli abilitativi.
Scavi nella roccia e manufatti abusivi, una costa devastata irrimediabilmente
È stato il giudice, nel decreto di sequestro, a definire il risultato di questi interventi come un’“irreversibile trasformazione orografica del territorio”, mediante “scavi nella roccia, installazione di pedane, costruzione di terrazzamenti e muretti” aggravata dalla presenza di vincoli paesaggistici e sismici particolarmente stringenti sull’isola. Le istanze di condono presentate negli anni sarebbero state giudicate infondate proprio alla luce dei limiti imposti dalla normativa vigente.
Al termine degli atti di rito, l’Autorità Giudiziaria ha disposto che l’intera struttura venga sgomberata da persone e beni entro un massimo di 20 giorni. Un passaggio che rischia di segnare un punto di svolta nella gestione del territorio dell’isola, da anni al centro del dibattito su edilizia, sicurezza idrogeologica e tutela paesaggistica.
