Vaiolo delle Scimmie in Europa, l’allarme dell’OMS: cos’è, sintomi e come si trasmette


L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, torna a puntare l’attenzione sulla circolazione del Vaiolo delle Scimmie che avrebbe registrato un numero di casi maggiore in Europa rispetto a quelli rilevati nei mesi scorsi.

Vaiolo delle Scimmie, OMS: “Casi maggiori in Europa”

“Tutti i cladi del virus continuano a circolare. La regione europea e quella del Pacifico occidentale hanno registrato un numero maggiore di casi rispetto al mese precedente– avverte l’OMS facendo il punto della situazione.

Si parla di numeri ben lontani di quelli registrati alcuni anni fa ma che comunque necessitano di un adeguato livello di attenzione. La circolazione maggiore del ceppo resta in ogni caso maggiormente elevata nel continente africano.

Il vaiolo delle scimmie è una rara malattia virale, solitamente associata all’Africa occidentale, correlata al virus del vaiolo umano: provoca una malattia molto simile ma di solito più lieve. Come reso noto dall’Istituto Superiore di Sanità l’infezione, seppur molto raramente, si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale.

Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso goccioline di saliva (emesse parlando, starnutendo o tossendo), contatto con i fluidi corporei o con le lesioni cutanee. I casi identificati in genere riguardano uomini che avrebbero avuto rapporti sessuali con altri uomini configurando una probabile trasmissione all’interno di gruppi omosessuali o bisessuali. A rischiare maggiormente l’infezione sarebbero coloro che non sono stati vaccinati contro il vaiolo (la vaccinazione è stata abolita in Italia nel 1981).

Nell’uomo si presenta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, stanchezza, linfonodi gonfi e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Le eruzioni cutanee si presentano molto simili a quelle del morbillo, la sifilide o l’herpes.

L’incubazione dura solitamente dai 6 ai 13 giorni ma può durare anche fino a 21. Di solito provoca una malattia lieve che si risolve spontaneamente in una o due settimane con adeguato riposo e terapie specifiche. Quando necessario possono venir somministrati degli antivirali.


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