Il clima in Campania sta cambiando. A rischio l’area vesuviana e flegrea


Tantissimi sono i periodi di estremo freddo che hanno colpito nel corso dei secoli l’Europa centrale e l’Italia.

A partire dalla metà del XVI secolo la temperatura media globale iniziò a diminuire e a dare vita ad una serie di inverni molto rigidi, i quali entrarono a far parte del periodo soprannominato “Piccola era glaciale”, che durò fino a metà dell’Ottocento.

Nel 1709 ci fu la prima ondata di freddo che gli studiosi definirono l’inverno in assoluto più gelido. Finita la Piccola era glaciale, le temperature iniziarono a salire, senza però abbandonare del tutto picchi di freddo che ritornarono prepotentemente nel 1904, quando si registrò il clima più freddo del secolo che colpì in particolar modo il Sud Italia.

Nel 1939 il freddo portò invece neve a Roma e Napoli. Il Sud si imbiancò ancora una volta nel 1945, nel 1956 e tra il 1980 e il 1981.

Da quel momento ci fu una pausa dal freddo gelido che lasciò il posto ad inverni con temperature nella norma e decisamente più calde rispetto a quelle degli anni passati, con qualche caso isolato di estremo freddo o nevicate al Sud che si è ricoperto di neve lo scorso inverno.

Come ha annunciato l’Ansa, non è escluso il ritorno di un clima molto rigido entro la fine del secolo che colpirà in particolar modo la Campania. Le piogge invernali potrebbero essere più frequenti e potrebbero causare frane e dissesti, specialmente nell’area del Vesuvio e dei Campi Flegrei.


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