Davide Bifolco: chiesti solo 3 anni e 4 mesi per carabiniere, tumulti in aula


Tutti ricordiamo la morte di Davide Bifolco, il 17enne del rione Traiano, a Napoli, ucciso lo scorso Settembre da un carabiniere. Naturalmente la morte del ragazzo e il fatto che il colpevole fosse un carabiniere, avevano alzato un polverone e l’inizio del processo era attesissimo, un giorno finalmente giunto oggi, a quasi un anno di distanza. L’udienza si è tenuta nell’aula 111, del tribunale di piazza Cenni, la tensione era palpabile e tanta era l’attesa, specialmente per i famigliari del ragazzo. Circa a metà mattinata davanti al giudice Ludovica Mancini, il pm Manuela Persico ha chiesto per l’imputato una condanna a 3 anni e 4 mesi, vale a dire la richiesta di condanna per omicidio colposo per cui il codice penale dispone un massimo di 5 anni di reclusione, scontata di un terzo per il rito abbreviato.

Il capo d’accusa, omicidio colposo invece che omicidio volontario, è stata percepita come inaccettabile dai famigliari del ragazzo che hanno cominciato subito ad andare in escandescenza, arrivando addirittura a minacciare di morte un agente penitenziario che voleva calmarli. Dato che in aula la calma non è tornata, il giudice ha deciso di sospendere l’udienza per circa mezz’ora e di cacciare dall’aula il padre di Bifolco. L’udienza è ripresa poco dopo ma a porte chiuse. Nel frattempo, nonostante il caldo, al di fuori del tribunale, si è formato un nutrito gruppo di persone, amici di Davide, gruppi di attivisti e parenti di altre “vittime della giustizia”. La sentenza è prevista per il giorno 1 Ottobre 2015.


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