Guarente, infatti, ha riferito alle autorità che il 25enne fosse morto battendo la testa in seguito ad una colluttazione tra i due, ad Aversa, nella casa di Heven Grimaldi che in quel frangente si trovava a Bari. L’autopsia ha invece stabilito che Ruggiero è stato ucciso con due colpi di pistola al cuore.
Ma dove gli sono stati sparati i due colpi di pistola? Ad Aversa oppure a Ponticelli, nel garage degli orrori dove Guarente ha seppellito i vari pezzi del corpo smembrato dell’attivista? Dalle videocamere di sorveglianza, infatti, si nota come Ciro Guarente carichi su un’auto un sacco grande dove, è emerso, era contenuto il corpo di Vincenzo: il ragazzo era vivo (narcotizzato) o morto in quel momento?
Dare una risposta a questa domanda è sì essenziale per ricostruire l’efferato delitto, ma lo è ancora di più per confermare l’ipotesi di premeditazione e stabilire con certezza se Guarente abbia avuto dei complici. Il fratello, Roberto Guarente, è stato escluso dalla lista dei possibili complici, ma è stato ascoltato per cercare di ricostruire il profilo psicologico di Ciro Guarente e il suo atteggiamento nei confronti del povero ragazzo.
Intanto continua la ricerca della testa di Vincenzo Ruggiero, l’unica parte del suo corpo ancora non rinvenuta. A questo punto gli inquirenti non escludono che si possa non trovare nel garage, ma da qualche altra parte, buttata chissà dove.