Casalesi, arrestato fedele di Zagaria: accusato di favorire la latitanza del boss


Una nuova svolta nella vicenda dei Casalesi. Nella serata di ieri è stato arrestato Vincenzo Inquieto, 51enne imprenditore ritenuto fedelissimo del boss dei Casalesi Michele Zagaria. L’uomo, trovato all’aeroporto di Capodichino dagli uomini della DIA, era di ritorno dalla Romania.

In seguito è emerso che l’imprenditore gestisse all’estero un vero e proprio impero immobiliare, creato per conto di Zagaria dal fratello Nicola Inquieto, arrestato nel 2018 nella località romena di Pitesti. Vincenzo Inquieto era già stato fermato nel dicembre del 2011 nel blitz che portò all’arresto di Zagaria. Adesso non solo è accusato di associazione per delinquere di tipo camorristico, ma anche sospettato di aver favorito la latitanza del boss.

L’indagine condotta si è avvalsa di intercettazioni telefoniche ed ambientali, di accertamenti patrimoniali e bancari e delle informazioni ottenute da numerosi collaboratori di giustizia. Si è scoperto così che che i principali affari del clan dei casalesi sono stati gestiti, negli ultimi anni, da un nucleo delinquenziale di imprenditori aggregatosi soprattutto attorno alla famiglia Zagaria.

In questo contesto i fratelli Inquieto, originari di Aversa, avrebbero favorito la latitanza di Michele Zagaria. Vincenzo Inquieto avrebbe avuto anche il ruolo di aiutare il boss nelle relazioni esterne. L’imprenditore riceveva ed inviava pizzini per conto del capo ed interagiva con gli altri componenti della famiglia Zagaria.

Inoltre, le indagini hanno consentito di ricostruire gli affari di Vincenzo Inquieto nell’agro aversano. Fino al 2011, attraverso due aziende del settore edile, idraulico ed elettrico e della distribuzione del gas, l’imprenditore sarebbe stato favorito nell’affidamento di commesse pubbliche e private.

Ciò ovviamente avveniva sempre grazie all’intercessione del suo capo, il boss Zagaria. Dopo l’arresto nel 2011, lo stesso Vincenzo Inquieto era stato condannato a quattro anni di detenzione per favoreggiamento aggravato. Tuttavia, l’imprenditore era stato in seguito scarcerato nel 2015, per aver espiato la pena.

Attendiamo ulteriori sviluppi delle indagini e ci auguriamo che i nodi di questa complessa vicenda vengano man mano sciolti.


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