Terra dei fuochi, trovati metalli pesanti nel sangue di chi ha il tumore: lo studio


Terra dei fuochi e tumori. Una relazione che in molti sospettano e che negli ultimi anni sta trovando riscontri in alcune ricerche scientifiche. Ora un nuovo studio dimostrerebbe la presenza anomala e sopra la media di alcuni metalli pesanti nel sangue di persone malate di tumore e residenti a Giugliano. In piena Terra dei Fuochi.

In questa zona sono infatti presenti molti siti illegali di smaltimento dei rifiuti che rilascerebbero nell’ambiente quantità ingenti di metalli pesanti che poi finiscono dritti nel sangue degli abitanti. Da uno studio condotto a luglio nella Zona di Giugliano era venuto fuori che su 2767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, in 653 erano avvenute anche combustioni illegali che hanno comportato quindi un rilascio di composti chimici nocivi per la salute umana.

LO STUDIO – La ricerca italiana ha visto una concentrazione anomala di metalli pesanti come mercurio e cadmio nel sangue dei malati di tumore nell’area di Giugliano. Sia rispetto alla concentrazione riscontrata nel sangue di persone sane che in quella di altre persone affette da neoplasie ma in regioni diverse d’Italia. E’ quanto emerge dalla ricerca condotta da Antonio Giordano, direttore dell’Istituto Sbarro di ricerca sul cancro della Temple University di Philadelphia e docente all’Università di Siena e da Iris Maria Forte dell’Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale Crom Mercogliano. Il campione ha visto 10 pazienti oncologici residenti a Giugliano confrontati con 85 pazienti affetti da neoplasie ma residenti in altre aree e 27 persone sane, non affette da tumore.

Queste le parole rilasciate all’Ansa dal dott. Antonio Giordano che lancia l’allarme:

“Le nostre osservazioni, anche se preliminari, confermano alcuni studi precedenti in cui il livello di metalli tossici nel sangue dei pazienti oncologici in alcuni comuni della Terra dei Fuochi è del tutto fuori norma. Il legame causale tra sviluppo tumorale ed esposizione a questi metalli è un fatto noto da tempo, il superamento costante dei limiti di legge anche nel piccolo numero di individui esaminati nel nostro studio è un fatto di per sé allarmante, che quindi richiede l’immediata estensione dell’analisi ad una popolazione più ampia, così da avere una rappresentazione accurata sul fronte epidemiologico”.


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