Terra dei fuochi. La Procura prenderà dei provvedimenti: sempre morti di tumore


La Terra dei Fuochi, indica un confine territoriale in cui si muore a causa dell’inquinamento dovuto a sversamenti illeciti di rifiuti, i quali spesso vengono incendiati e i cui roghi rilasciano delle tossine nocive per il nostro organismo. E purtroppo quest’aria inquinata causa delle patologie mortali tra gli abitanti che vivono in queste zone, cancri e linfomi che spesso colpiscono anche i bambini in età d’infanzia o neonati.

Per tale motivo si è reso necessario un monitoraggio attento di quanto questa situazione che continua a condizionare la salute dell’uomo. E infatti grazie ad un accordo raggiunto tre anni fa con l’Istituto superiore di sanità, la Procura di Napoli Nord dispone di dati certi da cui partire per investigare ed eventualmente chiedere il processo per chi è responsabile di questa situazione.

Quindi grazie ad un lavoro certosino si è riusciti a fare una mappatura di quelle che sono le zone più a rischio. Dalla studio ne è uscito fuori che su 2767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, in 653 sono avvenute anche combustioni illegali che hanno comportato un rilascio di composti chimici nocivi per la salute umana.

Poi, ad ogni sito è stato assegnato un indice di pericolosità che tiene conto: della natura dei rifiuti, delle caratteristiche dell’area, della quantità del materiale e delle modalità di potenziale contaminazione di aria, suolo e falda acquifera di superficie. In base a questo indicatore, i Comuni sono stati suddivisi in quattro classi di valore crescente: da uno per quelli in cui la situazione è migliore a quattro per quelli in cui i problemi sono particolarmente gravi.

E da questo studio si sono ricavati i primi dati significativi. I Comuni di terzo e quarto grado registrano una quantità di decessi più significativa. Dove si sono registrati soprattutto decessi a causa di tumori al fegato, alla vescica, alla mammella ai polmoni e linfoma di Hodgkin. Per quanto riguarda le malattie oncologiche in età d’infanzia i valori si tengono ancora sulla media standard regionale.

Per tale motivo grazie a questi dati, il ministro dell’Ambiente ha intenzione di procedere con provvedimenti seri. Innanzitutto stanziare i militari nelle zone che dal dossier risultano veramente a rischio, come Caivano e Giugliano, così da sollecitare i Comuni a rimuovere i rifiuti e soprattutto ad evitare che questi vengano incendiati. E cercare di capire chi sono i responsabile di questa situazione dannosa.

Insomma, un provvedimento concreto che possa mettere fine a questo scempio che comporta danni irrimediabili all’uomo e alla sua salute.


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