Follia al Parco Verde di Caivano, stesa con i mitra. Il sindaco: “Quegli alloggi vanno abbattuti”

Parco Verde di Caivano - due ragazzine di 13 anni sarebbero state violentate da coetanei - foto di repertorio


Nella tarda serata di ieri, 8 luglio 2021, a Caivano è stata registrata una raffica di spari d’arma da fuoco. Infatti, tra i palazzi del Parco verde di Caivano è avvenuto un raid dalle cause ancora ignote. Ben 26 proiettili sono stati rinvenuti dalle forze dell’ordine intervenute sul luogo, in seguito alle numerose chiamate di soccorso effettuate dai residenti.

Un episodio le cui cause saranno definite dalle indagini degli inquirenti, ma che non sorprendono la popolazione e il suo primo cittadino Vincenzo Falco. Da tempo, infatti, la zona del Parco verde di Caivano è soggetta a episodi analoghi. Proprio per questo il sindaco Falco ha deciso di scrivere di proprio pugno una lettera indirizzata al prefetto di Napoli Marco Valentini, al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e agli assessori regionali all’Urbanistica e alla Pubblica Istruzione.

Come riportato da Il Mattino, la missiva del primo cittadino denuncia e chiede ai suoi destinatari: “Quegli alloggi andrebbero abbattuti e ricostruiti, come già accaduto con le Vele a Scampia con l’accordo di programma tra il Comune di Napoli e la Regione Campania del 2006. Andrebbe abbattuta simbolicamente la palazzina Iacp, dove sono stati uccisi barbaramente due bambini vittime di pedofilia. Poi serve rafforzare l’offerta formativa delle scuole (anche oltre l’orario scolastico), serve anche un esercito di assistenti sociali, sociologi, psicologi, maestri di strada e di chiunque possa sottrarre i ragazzi dalla “scuola” della strada. Lo Stato non può arretrare rispetto a tali atti, ma gli interventi a mio parere devono essere sviluppati su più piani in modo sinergico”. 

Poi prosegue: Non è più differibile un intervento forte dello Stato, sul piano repressivo, ma anche sul piano politico con scelte mirate di carattere urbanistico e sociale. Già con nota prot. 32333 del 30.11.2020, appena eletto sindaco, lanciai l’idea di pensare ad una edilizia residenziale sociale, che non deve concentrare in un agglomerato del genere tante persone. L’Edilizia residenziale sociale deve essere distribuita all’interno del tessuto urbano, in modo da non creare ghetti per chi ci abita e per chi non ci abita, favorendo una maggiore integrazione tra strati sociali differenti”. 


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