Agguato di camorra a Ponticelli, Antimo ucciso per errore. La moglie: “Era lì per lavoro e ci ha rimesso la vita”


Il duplice omicidio consumato questa mattina a Ponticelli, quartiere di Napoli, ha causato la morte di un operaio incensurato di 55 anni, Antimo Imperatore, che stando a quanto si apprende dall’Ansa non aveva alcun rapporto con la criminalità organizzata, diversamente da quanto ipotizzato in precedenza. L’uomo, probabilmente, si trovava all’interno di quella abitazione proprio per portare a termine uno dei lavoretti domestici che era solito svolgere, perdendo la vita proprio sull’uscio.

Duplice omicidio a Ponticelli: morto un operaio incensurato

Durante l’agguato ha perso la vita anche un 29enne, indicato dagli inquirenti come legato al clan De Micco-De Martino. Stando alle prime ricostruzioni dei carabinieri sarebbe stato lui il vero obiettivo dei sicari mentre Antimo avrebbe perso la vita soltanto perché si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato. 

“Antimo stava là dentro per un pacchetto di sigarette e ci ha rimesso la vita. Ditelo chiaramente: non era un criminale, era incensurato, con la giustizia non aveva nessun problema. Non ci entrava nulla con la camorra e i criminali. Lui per 10 euro, per un pacchetto di sigarette, veniva chiamato. Lo chiamavano Robin Hood” – ha spiegato la moglie rivolgendosi a Sì Comunicazione.

“Chiedete nel parco il signor Antimo chi era. Lo chiamavano per aggiustare un rubinetto in cambio di un pacchetto di sigarette. Aveva due figli e una moglie, dei nipoti, tutti incensurati. Le persone innocenti non possono pagare per altre persone” – ha continuato la cugina.

A loro si è aggiunto il nipote che ha sottolineato: “Ha lavorato ed è stato ucciso per guadagnarsi 20/30 euro. E’ incensurato, non ha mai avuto a che fare con questa gente, era andato solo a guadagnarsi il pane”.


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