Lettere di una studentessa terrorizzata da baby-gang


La redazione de IlMattino.it ha pubblicato la seguente lettera inviatagli da una studentessa universitaria, iscritta a l’orientale di Napoli, nella quale lancia una richiesta di aiuto contro le baby-gang che sempre più spesso aggrediscono le studentesse.

Sono una studentessa dell’università “L’Orientale” di Napoli. Dopo una settimana d’assenza, a causa di un’operazione, questa settimana ho deciso di ricominciare a frequentare i corsi.

I primi giorni sono stata accompagnata da un parente, in quanto a causa dell’intervento per il quale sono stata assente, adesso giro in stampelle. Mercoledì, però, ero da sola e, spostandomi da Palazzo Mediterraneo a Corso Umberto I ho notato dei ragazzini di quattordici o quindici anni, appostati agli angoli. Mi fissavano con un’aria di sfida e mi sono subito accorta che potevano essere pericolosi.

Giovedì ero di nuovo al Palazzo Mediterraneo, verso le 14. Me li sono trovata di nuovo di fronte. Appena ho messo piede fuori dall’edificio mi hanno seguita, chiamata, presa in giro ed infastidita, finché non hanno iniziato ad aggredirmi.

Mi sono ritrovata una decina di ragazzi addosso, che mi hanno dato calci alle stampelle, facendomi cadere a terra e rotolare dagli scalini. Come se non bastasse, sono stata trascinata per la borsa e i capelli, insultata e presa ripetutamente a calci e a schiaffi. In realtà, sono riuscita ad opporre resistenza con una stampella, ma non credo di essere riuscita a spaventarli. Dopo qualche minuto, l’apertura di un cancello automatico li ha intimoriti e ne hanno approfittato per fuggire. Io sono rimasta lì, a terra, dolorante.

Sono letteralmente terrorizzata. Non è la prima volta che accadevano violenze di questo tipo a studentesse universitarie, ma non pensavo che la violenza di questa baby gang potesse raggiungere un livello così elevato.

Lunedì ho di nuovo lezione, ma ho paura di frequentare l’università. Non mi sento tutelata, non mi sento sicura. Ho anche denunciato l’evento alle autorità che se ne dovrebbero occupare, ma non mi hanno ascoltata né hanno preso provvedimenti.

Mi rivolgo a questo giornale, perché ha già dato particolare rilevanza a notizie simili e perché ha da sempre espresso la sua vicinanza a noi studenti. La prego di pubblicare questa lettera, se possibile, ma oscurando il mio indirizzo e-mail.


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