Tamponi privati, speculazione sui prezzi. Appello a De Luca: “Stabilire prezzo politico”


I disagi riscontrati nell’effettuare i tamponi presso le Asl ed i ritardi dovuti all’alto numero di test da processare spingono molti cittadini, della Campania ma non solo, a rivolgersi ai laboratori privati per accelerare il percorso. Un’esigenza avvertita soprattutto da quelle persone che per motivi di lavoro hanno l’esigenza di uscire di casa, per non veder peggiorati gli effetti di una già complicatissima crisi economica. I costi di un tampone naso faringeo effettuato privatamente sono però piuttosto alti e possono superare i 100 euro, una spesa insostenibile per la maggior parte delle famiglie che ne dovrebbero effettuare anche quattro o cinque.

Tamponi privati: “Stabilire un prezzo politico”

Secondo alcuni spesso ci si imbatte in vere e proprie speculazioni, da parte di chi approfitta della situazione per alzare le tariffe e guadagnare il più possibile. Fanpage ha pubblicato la lettera di un medico di famiglia del Casertano, Pasquale Persico, il quale invita il presidente Vincenzo De Luca a bloccare i prezzi garantendo uniformità su tutto il territorio regionale. Un po’ come successe a primavera con le mascherine, quando il Governo centrale fissò in 50 centesimi il prezzo per quelle chirurgiche per evitare assurde speculazioni e prezzi alle stelle riscontrati lungo tutta la penisola.

“Presidente de Luca lei non si è nemmeno preoccupato di stabilire un prezzo politico per le varie tipologie di tamponi, con il risultato che i centri privati accreditati dettano legge sui prezzi. Presidente De Luca, per molti cittadini Campani pagare 60, 70, 80 euro per un tampone costituisce un problema e tutto questo determina un impoverimento subdolo della popolazione. È veramente ora di interrompere queste oscenità, il Covid non può essere occasione di indebito arricchimento per qualcuno”.

A marzo, durante le prime settimane della pandemia, non sono stati pochi i casi di speculazione. Le forze dell’ordine sono state fortemente impegnate e spesso si è arrivati al sequestro della merce, come nel caso di una farmacia che vendeva mascherine chirurgiche a 7,99 euro e il gel igienizzante per le mani a 11,50 euro. Speculazione che però, di sovente, nasceva nei processi intermedi tra produttore e rivenditore finale che in molti casi acquistava dispositivi già a prezzi assurdi.


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