Ecomafia 2021, nonostante la pandemia aumentano i reati ambientali: Campania maglia nera


Un reato ambientale ogni 4 ore per un totale di 34.867 (+0,6% rispetto al 2019). E’ questo il triste primato che spetta all’Italia secondo il nuovo rapporto ‘Ecomafia 2021‘, realizzato da Legambiente con il sostegno di Cobat e Novamont, edito da Edizioni Ambiente e presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Roma. Nonostante la pandemia, i dati mostrano come siano aumentate le azioni e gli illeciti.

RAPPORTO ECOMAFIA, CAMPANIA PRIMA PER NUMERO DI REATI ACCERTATI

La Campania risulta essere la Regione con più reati accertati nel 2020, ben 5.457, con una media di 15 al giorno secondo il rapporto ‘Ecomafia 2021’. Illeciti che sono rispetto ai dati nazionali nella nostra Regione in leggera flessione rispetto all’anno precedente (92 in meno). Da segnalare invece l’incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5% in più), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020).

Come è possibile leggere nel rapporto:

Sempre alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019 erano stati “soltanto” 86. Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro (- 0,9% sul 2019). Crescono gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro (+2,6 sul 2019). Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la Calabria. La Lombardia resta la regione con il maggior numeri di arresti. Preoccupante anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi, ben 32, dei quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021“.

Per accertare questi reati sono stati incrociati diversi dati:

Il rapporto Ecomafia ha analizzato i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. A questi dati, se ne affianca uno emblematico, quello del Global Witness: in un mondo quasi paralizzato dalla pandemia sono state uccise 227 persone, dalla Colombia alle Filippine, dal Brasile alla Repubblica Democratica del Congo, a causa del loro impegno nella difesa della natura, contro le deforestazioni, le attività estrattive e lo sfruttamento selvaggio delle risorse idriche. Non sono mai state così tante dal 2012, primo anno di pubblicazione del report sugli ambientalisti uccisi nel mondo. A loro è dedicato questo rapporto Ecomafia 2021 che per Legambiente è anche l’occasione per ricordare a Parlamento e Governo l’urgenza e l’importanza di completare e rafforzare il quadro normativo e aumentare i controlli“.

Calcolati nel rapporto i reati relativi agli incendi boschivi, gli abusi edilizi, le archeomafie, agromafia e stopper fuori legge.
 


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