Coronavirus, dopo 24 ore di turno una multa di 530 euro. Il calvario dell’infermiera


Rosaria, infermiera da 14 anni presso l’Ospedale Capilupi di Capri, che ora presta servizio anche nella tenda allestita per i contagiati da Coronavirus, dopo un turno di 24 ore in ospedale a Pasqua ha rischiato di non tornare a casa dopo una multa di oltre 500 euro.  Il marito, che la stava andando a prendere è stato multato durante il tragitto e la donna è rimasta da sola al porto di Sorrento.

All’andata, la loro auto è stata fermata ad un posto di blocco, ma avendo esibito l’autocertificazione i due hanno proseguito regolarmente fino a Sorrento. Maria Rosaria si è quindi imbarcata per Capri e dopo 24 ore di turno in ospedale è rientrata a Sorrento, dove avrebbe dovuto trovare suo marito ad attenderla.

“Mi ero accordata con mio marito per farmi prelevare al porto, in modo da tornare a Lanucusi, la frazione di Fisciano dove abitiamo”, dichiara la donna a IlMattino.

Poi durante il viaggio ha inizio il calvario di Rosaria: “Mio marito mi telefona perché la polizia municipale lo aveva bloccato a Castellammare di Stabia per multarlo per l’uscita non giustificata, spiega l’infermiera che, avuta la notizia, ha iniziato a fare un giro di telefonate.

“Ho chiamato i vigili di Castellammare spiegando che non guido e non c’erano mezzi pubblici, oltre al fatto che mio marito appartiene al mio nucleo familiare e può accompagnarmi. Ho telefonato ai vigili capresi pronti a testimoniare la mia presenza in ospedale, ho riferito che avrei portato in visione il mio badge e ho contattato i carabinieri, la polizia di Stato e la polizia municipale di Sorrento per farmi aiutare”. Tutta fatica sprecata, le telefonate non sono servite a nulla perché alle 11:14 vengono verbalizzati 533.33 euro di multa al marito e Rosaria si trova sola nel porto di Sorrento.

“Alla fine sono riuscita a rincasare perché la Capitaneria di Porto di Sorrento mi ha riaccompagnato a casa, era Pasquetta e non c’era alcun mezzo, aggiunge Rosaria che sottolinea come il suo tragitto, vivendo in un paesino sia impossibile da praticare con treni o autobus e rende necessaria l’auto”.

Dopo questo episodio è intervenuto anche il sindacato Nursind, che ha chiesto garanzie per il ritorno a casa dei lavoratori che operano negli ospedali su territori disagiati . Antonio Eliseo, segretario regionale Nursind dichiara: “Ci vogliono da parte di De Luca, disposizioni chiare e precise”.


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