Reddito di Cittadinanza: il 46% dei percettori ha già un lavoro ma guadagna troppo poco

Reddito di cittadinanza


Il 46% dei percettori del Reddito di Cittadinanza ha già un lavoro. Il reddito, tuttavia, è così basso da non permettere di essere sufficientemente autonomi, tale da consentire un’integrazione grazie al sussidio concesso dallo Stato.

Reddito di Cittadinanza: il 46% dei percettori lavora ma guadagna poco

A dirlo è l’Inapp, che attraverso il suo presidente, Sebastiano Fadda, ha affermato che: “Il Reddito di Cittadinanza ha rappresentato un’ancora di salvezza per 1,8 milioni di famiglie. Ma va notato che circa il 46% dei percettori risultano occupati, con impieghi tali da non consentire loro di emergere dal disagio. Basterebbe migliorare le condizioni retributive di questi lavoratori per quasi dimezzare immediatamente l’attuale numero dei percettori del reddito di cittadinanza”.

Il RdC se da un lato è stato molto utile per fronteggiare la povertà, dall’altro non è riuscito però nel suo scopo originario, quello di creare un incontro tra offerta e domanda di lavoro. Solo il 39,3% di chi riceve il sussidio ha ricevuto offerte di occupazione. Il 53,6% di beneficiari contattati ha rifiutato delle proposte di lavoro perché non in linea con le proprie competenze. Il 24,5% dei rifiuti avviene nei confronti di attività non in linea con il proprio titolo di studio, l’11,9% per retribuzione troppo bassa, il 7,9% per la non disponibilità a spostarsi. Sommando le prime due cause di rifiuto, emerge che il 78,1% dei beneficiari rifiuta proposte di lavoro poiché ritenute di scarsa qualità.

Lavorare su Centri per l’Impiego e retribuzioni

Questo dato dà uno spunto di riflessione importante: c’è ancora molto lavoro da fare sui Centri per l’Impiego, e soprattutto affinché più datori di lavoro siano inclusi nei progetti. Spesso le aziende non trovano personale nonostante offrano buoni stipendi.

In ogni caso, sottolinea l’Inapp, “Si potrebbe dire che basterebbe migliorare le condizioni retributive e lavorative di questi lavoratori per quasi dimezzare immediatamente l’attuale numero dei percettori del reddito di cittadinanza. La grande domanda potenziale rivela un 49,8% di simili ‘working poors’ e ciò conferma la necessità di osservare il mercato del lavoro ben oltre il semplice aspetto del numero degli occupati per spingere analisi e interventi sul tema della qualità del lavoro, delle retribuzioni, della produttività e della riduzione della precarietà”.


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